Non sarà facile, questo è sicuro. Debora Diodati, in vista delle votazioni programmate per il prossimo 25 settembre, pensava di avere la strada spianata ma per la poltrona più alta di via Ramazzini, sede del Comitato di Roma Area Metropolitana della Croce Rossa, e invece dovrà faticare e vedersela almeno contro un altro rivale.

Sembrava una successione come tante, una di quelle apparse sul variegato palcoscenico dell’Associazione che fa capo a via Toscana, la stessa dove tanti feudatari pensano di poter disporre della propria poltrona a loro piacimento, come cosa propria, tanto da poter designare i legittimi eredi senza dover prima necessariamente passare per il camposanto.

Così nel corso dell’assemblea, praticamente deserta, dello scorso 30 giugno, Flavio Ronzi, ormai da molti soprannominato “er Pagnottella” non tanto per la forma fisica tondeggiante quanto per la voracità culinaria, aveva presentato la propria vice nel Comitato Area Metropolitana, appunto la Diodati, assicurando che avrebbe continuato la sua opera, iniziata nel 2011.

Qualcuno deve e essersi fatto quattro conti e deve aver totalizzato i risultati del cantiere aperto del Pagnottella, un cantiere dai grandi numeri. Quattro convenzioni di caratura nazionale perse, centinaia di licenziamenti controbilanciati da altrettante assunzioni senza concorso in virtù della natura privatistica del nuovo Ente, hanno fatto riflettere tante teste e in questi giorni qualcuno ha fatto due più due arrivando a concludere che per non ottenere risultati non bisogna essere per forza qualcuno. Qualcuno lo si può diventare anche senza un curriculum di rilievo e da perfetti sconosciuti si può approdare anche a poltrone strapagate come quella da segretario generale dell’associazione di volontariato più grande d’Italia.

Le voci bene informate, e che abbiamo già verificato come nostro costume, i rumors, come li chiamano giornalisti più bravi di noi, puntano l’indice contro Francesco Pastorello, già candidato consigliere giovani per il Comitato nazionale e non arrivato a quel traguardo. Ma la candidatura di Pastorello ha un sapore antico, quello della rivalità tra il suo mentore, l’immobile presidente regionale della Cri del Lazio De Nardis e Flavio “Pagnottella” Ronzi. Partiti in accoppiata, dopo le elezioni del 2012 hanno preso strade diverse, diventato invisibile il primo, da sempre a caccia di una conferma nella politica romana che conta, e sovraesposto il secondo, icona del politicamente corretto, di quel bon ton universale che nasconde dietro la tenda una predisposizione naturale a sviluppare i propri interessi, messi davanti ad ogni altra cosa.

Ha vinto il secondo e non ha fatto prigionieri, facendosi elevare a rango regionale il proprio Comitato Provinciale mentre tutti gli altri venivano soppressi, ed assumendo il ruolo di badante barbuta del tagliatore di teste Francesco Rocca, nel frattempo emigrato di lusso nella sanità privata vaticana.

La vittoria di Pastorello rappresenterebbe una rivalsa nei confronti del comitato romano che ha già levato barricate e sta conducendo una propria lotta, anche a furia di colpi bassi, contro tutto il resto della Cri regionale. La scelta di piazzare le tende con i transitanti nel giardino di via Ramazzini è solo uno di questi colpi. A breve ce ne saranno altri che solo noi possiamo, nella nostra unica libertà di stampa, farvi sapere. Non si tratterà di voci di corridoio, anche perché presto tutti i corridoi di via Ramazzini diventeranno un unico posto letto, ben pagato dal Prefetto di Roma. Anche questa sarà un’altra storia, mentre voi continuerete a chiamarla privatizzazione.