Confidiamo nel lavoro della magistratura (chi scrive è indagato e non è un mistero), a maggior ragione dopo aver letto l’ultima delibera, la numero 0838 del 13 giugno scorso, a firma di Vitangelo Dattoli, direttore generale del Policlinico. Sulla questione telecardiologia ci abbiamo messo la faccia, ma soprattutto le carte, una montagna di carte, consegnate agli investigatori che stanno cercando di fare chiarezza sul sistema digitalizzato di diagnosi degli infarti in dotazione agli equipaggi pugliesi del 118. Una struttura osannata, ma a nostro avviso sopravvalutata.

La delibera in questione dispone il pagamento di 380mila euro (iva esclusa) a favore del Consorzio Consis, quello che ha prodotto il sistema Helis, su cui si basa la telecardiologia. Ceninaia di migliaia di euro per la manutenzione del sistema solo per l’anno 2016. Tutto bene, non fosse che nei documenti iniziali, si legge che l’investimento complessivo da parte del pubblico sarebbe stato di 540mila euro. Budget già ampiamente superato. Senza contare che lo stesso Dattoli, il 25 novembre del 2013, scriveva che “l’adesione in qualità di Utente finale non comporta per l’Azienda Ospedaliera Policlinico alcun onere, se non la fornitura dietro compenso di servizi attinenti al progetto per un importo complessivo pari a 41mila euro”. Oggi si scopre che la manutenzione costa quasi dieci volte di più rispetto a quanto dichiarato.

E poi, perché a pagare è l’Area Approviggionamenti e Patrimonio del Policlinico e non la Telecardiologia, che fa capo a un finanziamento della Regione Puglia? I mal pensanti dicono che potrebbe dipendente dalla volontà di non far vedere al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, che su questa storia si è espresso esponendosi oltremodo, che i conti complessivi inziali siano stati abbondantemente superati.

Un sistema messo in discussione prima ancora che entrasse in funzione dal senatore Dario Stefàno, che definiva la questione “preoccupante” e successivamente dai medici dello Smi, dagli infermieri dell’Ipasvi e da uno dei più apprezzati esperti italiani dell’emergenza urgenza, il dottor Mario Balzanelli, responsabile del 118 di Taranto. La delibera è sconcertante sotto molteplici aspetti. Invitiamo tutti, ma proprio tutti, a leggerla.

C’è un punto, il numero 7, che ha attirato la nostra attenzione e quella di molti esperti del settore e uomini di legge. “Consis – l’azienda che ha proposto il progetto e che si occupa della manutenzione, è scritto – ha diritto di risolvere il presente servizio di manutenzione con effetto immediato, a mezzo di semplice comunicazione con lettera raccomandata e di chiedere il pagamento a titolo di penale, in un’unica immediata soluzione, dei canoni dovuti nel caso di mancato pagamento, alla scadenza stabilita, degli importi dovuti a titolo di canone mensile di manutenzione. – omissis -“. 

Gli omissis sono tanti, ma in quale altra comunicazione di un ente pubblico, viene data al privato questa assoluta libertà di movimento, senza prevedere una tutela per l’istituzione e per i soldi di tutti che amministra? Nella delibera viene inoltre stabilita l’erogazione di 95.160 euro (iva esclusa) per la manutenzione fatta nei mesi di ottobre, novembre e dicembre del 2015.

Tutto ciò appare veramente sconvolgente e meritevole di ulteriori approfondimenti da parte delle autorità competenti. La delibera del 13 giugno lascia spazio ad altre riflessioni. A pagina 2, secondo capoverso del “considerato che”, si legge che “successivamente presso l’U.O. di Cardiologia d’Urgenza di questa Azienda hanno avuto inizio le sessioni di test e sperimentazione del prototipo Helis 1.0 in Emergenza ed Urgenza Cardiologica”. Eppure, come dimostrano le carte, i test sono stati condotti in ambulatorio e non sui mezzi del 118, come inizialmente previsto dal progetto della Telecardiologia.

Se, come denunciato dal Movimento 5 Stelle, la Regione Puglia non avrebbe ancora formalmente approvato il progetto – non si riesce a sapere come stanno realmente i fatti –  con il pagamento della seconda parte del finanziamento, come fa il Policlinico ad affidarsi ad un privato per l’utilizzo di un prodotto non ancora industrializzato? Ci chiediamo perché la dottoressa Adriana Agrimi non abbia ancora provveduto a chiudere questo benedetto progetto, in cui succede ancora che qualcuno venga refertato il giorno dopo sulla scorta dell’elettrocardiogramma di un altro paziente rimasto in memoria il giorno prima. Potrebbe essere proprio perché in corso d’opera il sistema della Telecardiologia è stato variato e non poteva essere fatto, pena la revoca.

Eppure, il progetto è stato chiuso ufficialmente il 4 giugno di un anno fa e la rendicontazione conclusiva consegnata il 30 settembre del 2015. Che fine hanno fatto le istanze del Movimento 5 Stelle? Le domande senza risposta, che giriamo anche a InnovaPuglia, sono ancora tante, troppe. Intanto le indagini continuano, con sviluppi particolarmente interessanti ed altre acquisizioni di documenti. Del resto, si sa: “Nel pubblico si può spendere di più e fare un po’ meno bene”.