Michele Ungaro è uno dei sette rappresentanti sindacali unitari FIM CISL dello stabilimento Bosch di Bari. Complessivamente gli rsu sono ventuno. In questi giorni, dopo l’uscita dei nostri prime due articoli in cui abbiamo riportato le lamentele e le perplessità di decine di dipendenti, sindacati e sindacalisti sono finiti al centro di una discussione che mette in dubbio l’efficacia della propria attività.

Su quanto avevamo detto non è arrivata nessuna smentita clamorosa – ci scusiamo comunque per alcune inesattezze – Al contrario, gli operai fermati davanti ai cancelli d’ingresso della fabbrica avevano confermato molte delle questioni: il lavoro fin troppo flessibile di alcuni sindacalisti, con un apparente stile di vita al di sopra delle possibilità di un operaio; paghe orarie diversificate; il ricorso allo straordinario nonostante il contratto di solidarietà e persino un certo clima di terrore, una specie di caccia all’uomo per convincere i dipendenti a lasciare l’azienda in modo da ridurre il numero di esuberi da gestire alla fine della solidarietà.

Mentre da un lato stiamo continuando a raccogliere le testimonianze interesanti dai lavoratori, preoccupati per il proprio futuro; dall’altro diamo voce a chi viene contestato, in modo da poter chiarire la situazione, certamente complicata. Dopo la disponibilità al confronto dell’Ugl e le dichiarazioni di Donato Pascazio, segretario generale FIM CISL barese, adesso tocca a Michele Ungaro, rsu sempre della FIM CISL.

Il sindacalista aziendale ammette di avere un’occupazione flessibile, che lo porta a lavorare anche due ore e mezza, ma a soli 13 euro l’ora e non a 18-20 euro come qualcuno aveva paventato. Ungaro non esclude che qualcuno dei colleghi sindacallisti possa avere addirittura un lavoro più flessibile del suo, così come vale l’ipotesi contraria. Del resto, c’è un accordo aziendale e quinti tutto viene fatto nel pieno rispetto delle regole. Il punto, però, non è questo.

Ungaro, come Pascazio, ammette che la gestione della solidarietà andrebbe migliorata. Non si può avvisare il lavoratore del turno nel fine settimana con un messaggio inviato all’ultimo momento, a voler limitare la questione a questo. Come sempre restiamo a disposizione di chiunque abbia voglia di metterci la faccia e apportare altri spunti di riflessione sulla faccenda, in modo da non arrivare impreparati quando bisognerà fare i conti con gli esuberi, per il momento ufficialmente circa 180.