In una delle bacheche a disposizione dei sindacati, all’interno dello stabilimento Bosch di Bari, è comparso un messaggio inequivocabile, che sta facendo molto discutere: “Vogliamo in bacheca le buste paga degli rsu”. La bacheca, chiusa a chiave, è quella utilizzata dalla Uilm.

Da giorni si parla di alcune spaccature all’interno delle organizzazioni sindacali, principalmente tra i rappresentanti aziendali, nell’occhio del ciclone per la scarsa presenza in azienda a fronte di paghe superiori a quelle degli operai di pari anzianità e livello. L’ipotesi più diffusa su chi possa essere l’autore della provocazione, è quella di un sindacalista scontento, che adesso rivendica chiarezza sugli stipendi dei colleghi e sulle reali ore di lavoro, al netto dei permessi spettanti dal contratto nazionale per svolgere l’attività sindacale.

Era stato un rsu della Fiom Cgil, Vito Piazza, a tirare in ballo le bacheche come strumento di comunicazione chiara e puntuale nei confronti degli operai dello stabilimento Bosch di Bari. In quella stessa occasione Riccarco Falcetta, rsu Uilm, non aveva voluto rispondere alla nostra domanda: “Qual è la sua paga oraria e quante ore lavora al giorno?”. Certo, non essendo la serratura di una cassaforte, qualcuno potrebbe aver forzato la bacheca e piazzato il foglio con la richiesta. Così fosse, perché proprio nella bacheca della Uilm e non in quella della Fiom Cgil o Fim Cisl?

Probabilmente la risposta arriverà nelle prossime ore. In attesa di essere contattati dall’ufficio stampa aziendale, dopo lo scaricabarile di Giuseppe Pappagallo, responsabile dei rapporti industriali e degli affari legali della Bosch di Bari, aspettiamo di essere convocati, come promessoci, dal direttore dello stabilimento e responsabile delle risorse Umane, Francesco Basile. Porremo a lui, così come faremo a tutti i protagonisti di questa vicenda, alcune domande, sperando di riuscire finalmente ad avere qualche risposta.