«Alternative non ce ne sono se non quella di lasciare le cose così come stanno, il sistema è migliorabile, ma funziona. Il servizio costa appena 10 euro l’anno a ogni cittadino, per cui tagliare le ore notturne non è che fa risparmiare chissà cosa». Pina Onotri, segretario generale dello SMI Sindacato Medici Italiani ha le idee molto chiare sulla chiusura notturna dei Punti di Primo Intervento.

«Il rischio è di lasciare da sole le persone più deboli, come gli anziani – aggiunge – che non hanno alternativa e devono rivolgersi al 118, si chiudono gli ospedali e si vanno a sovraccaricare i Pronto Soccorso. La riforma così è schizofrenica, a meno che gli intnti non siano di privatizzare le cure primarie».

«Il 118 è un servizio che ha bisogno di essere potenziato, migliorato, non solo a Bari, pensiamo alla bassa Murgia, all’Irpinia, al foggiano, in inverno cosa può succedere» gli fa eco Ludovico Abbaticchio a capo dello SMI in Puglia.

Per il Sindacato dei Medici Italiani, così come è strutturata, la riorganizzazione del servizio mette rischio la continuità assistenziale. Il sospetto, dicono in maniera non troppo velata, è che depotenziando il territorio si vogliano favorire i privati.