La legge non è uguale per tutti e la Asl di Bari ha spesso consentito di dara forza al teorema. Le dimissoni presentate da Antonio Dibello, coordinatore ad interim del 118 barese e direttore del pronto soccorso dell’ospedale della Murgia, non potevano essere revocate. A stabilirlo è un regolamento della Asl, pubblicato anche sul sito istituzionale dell’ente.

Saranno state pure dimissioni d’impeto, dettate dall’ira per il comportamento scriteriato e offensivo dei due medici in catene, con più di una speranza di finire la carriera al pronto soccorso privato della Mater Dei, ma “Al momento della comunicazione formale del provvedimento di accettazione delle dimissioni al destinatario, le stesse non sono più revocabili”.

È quanto ricordano in una nota ai dipendenti della Asl, che avevano il vizietto di dimettersi per poi ritrattare, l’ex direttore generale della Asl di Bari, Domenico Colasanto e Francesco Lippoli, direttore dell’Area gestione risorse umane. La lettera è del 18 novembre 2011. Gli anni passano, ma se i regolamenti non vengono cambiati (cosa che non risulta), le regole restano. Nella missiva, contenente la sonora tirata d’orecchi, vengono citate leggi e sentenze della Cassazione, a testimonianza del fatto che non si può fare a proprio piacimento.

Francesco Lippolis, a differenza di Colasanto, è ancora al suo posto. È stato lui a scrivere a Dibello il 14 agosto scorso che «Con riferimento alla sua nota prot. 148315 del 3.08.2015, con la quale ha comunicato alla Direzione Generale le Dimissioni volontarie dal Coordinamento S.E.T. 118 della Asl, nonché dal ruolo di Direttore della UOC di Medicina e Chirurgia d’Urgenza e Accettazione del P.O. “F. Perinei” di Altamura, si fa presente che il Suo rapporto di lavoro nonché gli incarichi ricoperti  (P.S. e 118) proseguono sino alla estinzione natutrale del termine di “preavviso” e cioè per mesi tre , in quanto il “preavviso”, per consolidata giurisprudenza, ha “efficacia reale”. Giova rammentare che le ferie maturate non possono essere scontate nei giorni di “preavviso” e ciò per effetto dell’art. 39 del CNL 5.12.1996 modificato dall’art. 20 del CCNL dell’8.06.2000. Cordiali saluti», anche al rispetto delle regole.

I dipendenti della Asl nelle stesse condizioni, potranno se non altro invocare il caso Dibello per rivendicare il principio secondo cui la legge non è uguale per tutti e quindi che le deroghe sono sempre possibili. Esattamente com’è sempre possibile derogare alla nomina regolare di capi e coordinatori, mettendo ad interim persone gradite, eterni traghettatori di un sistema che sta andando a rotoli, anche per colpa della poca trasparenza che regola “le cose” della sanità pubblica.