La Puglia è confusa e insieme a tutti i pugliesi anche noi non ci abbiamo capito molto su cosa abbia significato in termini di promozione la partecipazione al Salone del Libro di Torino alla modica cifra di 200mila euro, affidati con i soliti inviti una settimana prima dell’evento e ancor meno tempo a disposizione per rispondere ed eventualmente iniziare a lavorare. Scelta dettata forse dalle ultime gare fetecchia che abbiamo scoperto e in qualche caso siamo persino riusciti a far revocare in autotutela, come nel caso di Building Apulia. Seppure l’autotutela dovrebbero rivendicarla i pigliesi nei confronti di certi burocrati.

Se da un lato ci sono il presidente della Regione Michele Emiliano e l’assessore Loredana Capone, in brodo di giuggiole per i numeri ubriacanti prodotti dall’evento; dall’altro c’è una nutrita pletora di scontenti. Del resto, anche in questo caso le gaffe si sono sprecate. Partiamo dai soldi, come detto oltre 200mila euro. Servizi di allestimento, progettazione grafica e adattamenti grafici per le attività di animazione fuori Salone 50mila euro. Servizio PR e attività di ufficio stampa in loco, per la diffusione del calendario degli eventi, con eventuale coinvolgimento di media partner 8mila euro. Produzione e spedizione di gadget 20mila euro. Evento a tema in location da individuare in città 50mila euro. Realizzazione grafica, produzione e stampa di prodotti editoriali personalizzati con il brand Puglia 10mila euro. Campagne di comunicazione outdoor in città 60mila euro. Spese organizzative e trasferte per il personale 2mila euro. Costo complessivo 200mila euro.

Ma è stato davvero tutto molto bello? E a chi è stato affidato cosa? Il solito mistero della fede da Palazzo. A leggere il comunicato ufficiale diramato dalla Regione Puglia, tutti i pugliesi dovrebbero essere soddisfatti perché in quel del Salone del Libro di Torino, la nostra impareggiabile regione tra le altre cose ha anche distribuito gratuitamente quasi mille mini panini gourmet preparati da un noto chef, regalando persino più di duemila sacche con i gadget della Puglia. Il valore aggiunto. I pugliesi, poi, ma soprattutto gli editori della nostra terra, dovrebbero essere contenti per aver dedicato l’appuntamento clou della Puglia al Salone a uno scrittore non pugliese, che ha scritto un libro su Checco Zalone, edito da un imprenditore di Monza-Brianza. Ma li ricordate i titoli dei giornali il giorno dopo? Pochi riferimenti alla Puglia e molti invece alla incontestabile bravura di Checco Zalone.

Ciò che ci consola è il fatto che ad essere confusi non siamo solo noi e i pugliesi, ma anche gli stessi addetti ai lavori. Lo apprendiamo dalle dichiarazioni lette sui giornali in questi giorni.  Aldo Patruno, direttore del Dipartimento turismo, economia della cultura della Regione, è convinto che l’organizzaizone del Salone “avrebbe dovuto veicolare di più le nostre iniziative, come è stato fatto negli anni precedenti”. Così leggiamo sulle pagine di un giornale locale.

Sempre che la collega non abbia preso una cantonata, dal Salone la risposta piccata non è mancata. “Piuttosto i pugliesi ragionino sui ritardi con cui hanno fatto le proposte, quasi mai di respiro nazionale, perchéper esempio – di Checco Zalone, pur decisamente fuori argomento, la presenza ci è stata comunicata solo all’ultimo momento”. Ritardi e approsimazione, come denunciamo da sempre. A Torino evidentemente non conoscono molto bene le abitudini dei nostri burocrati. La mancanza di organizzazione, così come la fretta, fa fare gli affidamenti ad invito oltre che i figli ciechi.

La partecipazione di Checco Zalone ha fatto ridere, leccare i baffi per la sua capacità di riempire anche la sala più grande del Salone e procurato parecchi mal di pancia, compreso all’editore Giuseppe Laterza, convinto che “Il Salone dovrebbe farsi più selettivo e puntare sul linguaggio del libro, magari con meno eventi, ma più centrati sulla specificità. Mi piacciono i suoi film, ma non abbiamo bisogno di Checco Zalone per parlare di libri. Come se a Sanremo avessero chiamato Umberto Eco”.

Libri, promozione delle fiere, eventi itineranti, comunicazioni, dirette web e qualsiasi altro appuntamento organizzato nel nome della Puglia, hanno un unico comune denominatore. Non parliamo del sole e del mare, ma di un modo di fare frettoloso e poco chiaro. Sta di fatto che anche in occasione di questo Salone del Libro non si sa chi abbia fatto cosa. Si potrebbe scrivere un libro e presentarlo al prossimo Salone di Torino.