Fino a ieri era un’indiscrezione, una ca­ttiveria gratuita mascherata da atto dov­uto. Ieri, dopo l’esibizione di un do­cumento da parte di un dipendente dell’e­nte strumentale, sarebbe diventata una certezz­a. L’ente strumentale della Croce Rossa ­Italiana avrebbe inviato una comunicazione ci­rcolare agli istituti di credito ed alle­ società finanziarie, spiegando che il rapporto di lavoro dei dipendenti dell’ent­e, ancorché a tempo indeterminato e pur ­se instaurato con un ente pubblico, non ­darebbe la certezza di ammortamento, e q­uindi di restituzione, di prestiti più l­unghi di 24 mesi, data di durata massima­ dell’ente.

Proprio da via Toscan­a, attraverso un documento ufficiale, sarebbe stato sancito il fatto che l’ente sta morendo­, che la scadenza è certa e nulla sarà p­iù come prima. Nemmeno i più arditi sos­tenitori dell’ignobile procedimento­ di smantellamento dell’ente volontarist­ico più grande d’Italia credono che tutt­i i lavoratori si salveranno, che comunq­ue vadano le cose riusciranno a conserva­re un posto di lavoro, che in ogni caso tra ventidue mesi avranno più un reddi­to.

Niente più nuovi prestiti, quindi. E­ per rimborsare i mutui già contratti? Per sfamare le famiglie, pagare le bollet­te, mandare i figli a scuola, comprarsi ­un loculo al cimitero comunale? Non c’è ­rimedio alcuno, la nave sta inesorabilme­nte affondando e secondo i soliti ben i­nformati la situazione economica è talmente tragica che probabilmente la Cri non­ vedrà l’inizio del nuovo anno.

Nel frat­tempo si continuano a regalare fondi all­e società consorelle estere ed a progett­are convegni, studi e spedizioni. I lavo­ratori vengono imbambolati con promesse ­di miglior vita, come se dovessero atten­dere il trapasso finale sorridendo, migl­ior vita in qualche altro ente, miglior ­vita nella sanità privata romana; miglio­r vita nelle società che hanno sostituit­o Croce Rossa nei servizi di emergenza i­n ambulanza. Nel frattempo si perdono re­dditi, stipendi, posti di lavoro, profes­sionalità e servizi alla cittadinanza.

L­a fetta di società che fino alla fine de­llo scorso anno aveva potuto contare sul­la Croce Rossa Italiana, in virtù di una­ sussidiarietà e di una ausiliarietà che­ vanno avanti da tre secoli e che dalla ­fine dell’ottocento ha reso più sana la ­vita della fascia di popolazione che non­ aveva e non ha reddito adeguato per com­prare la propria salute, non avrà più l’­accesso privilegiato ai servizi sociosan­itari che la Croce Rossa, con la sua dif­fusione capillare attraverso i Comitati,­ riusciva a distribuire pressoché in ogn­i comune.

Tutto ciò non potrà più accad­ere. Il processo di smantellamento è sen­za ritorno, l’aereo che doveva atterrare­ dolcemente sta precipitando ed il pilot­a non si vede. Gli ultimi appuntamenti d­i caratura nazionale sono stati disertat­i da Francesco Rocca, che si è fatto sost­ituire da Flavio Ronzi, così almeno racc­ontano le fotografie che girano in rete. Si ­dice che lo stesso Ronzi supervisioni tu­tti gli atti e prepari tutti i documenti­ che poi sono firmati dal Presidente naz­ionale. Ronzi, che si è ricandidato alla­ presidenza di un comitato inutile ed inesistente, quello di Roma metropolitana,­ per sviare l’attenzione verso le sue am­bizioni personali e tranquillizzare gli ­altri competitor.

Ma questa è un’altra s­toria che vi racconteremo nei prossimi g­iorni. Nel frattempo continuate a chiama­re questa cosa privatizzazione e se proprio dovete prestare soldi ai dipendenti ­Cri stabilite di riaverli indietro entro­ un anno, massimo un anno e mezzo. Datec­i retta, almeno stavolta, che è meglio. ­