Retribuzioni vere e proprie fatte passare come rimborsi spese di vitto e trasferimenti, ma anche licenziamenti in tronco alla prima assenza. Sembra un bollettino di guerra, un’istantanea che fa pensare allo sfruttamento di manodopera extracomunitaria in qualche scantinato di periferia. Niente di più lontano dalla realtà. Siamo nella meravigliosa città di Salerno e gli sfruttati pare siano i soci del Comitato Locale della Croce Rossa Italiana.

Alcuni di loro hanno già denunciato alle autorità competenti la situazione, finora sopportata solo per ragioni di necessità. Il servizio 118, e purtroppo siamo sempre a parlare di quello, veniva espletato da soci del Comitato del capoluogo e di Comitati adiacenti, che formalmente rivestivano la qualifica di volontari. Qualcuno dei componenti degli equipaggi, di solito formati da tre persone, avrebbe percepito una retribuzione mascherata da rimborso. A supporto di questa gravissima ipotesi ci sono i documenti che i soci, stufi, hanno mandato insieme a una lettera anonima. Vengono documentati tutti gli esborsi fatti mensilmente dal Comitato di Salerno.

Siamo venuti a sapere anche che la selezione tra chi dovesse percepire il rimborso e chi invece dovesse tornare a casa a bocca asciutta era a discrezione del presidente del Comitato, come succede da qualche tempo in buona parte d’Italia. A Salerno, dunque, tra i volontari che concorrevano ad effettuare il servizio di soccorso in ambulanza c’erano figli e figliastri. Qualcuno aveva più diritti degli altri e qualcun altro doveva faticare e prestare la propria opera al servizio della propria comunità come si deve per un volontario vero, senza alcuna retribuzione.

Il meccanismo, però, a un certo punto si è inceppato e le denunce sono cominciate a volare, assieme agli stracci che hanno coperto le vie del capoluogo campano. Sono in tanti adesso a scagliarsi contro il presidente Antonio Carucci. Chi ha segnalato la questione ai Carabinieri, alla Guardia di Finanza, alla Procura della Repubblica, l’aveva già segnalata ai presidenti sovraordinati Pisciotta e Del Mastro, che a quanto si sa sono non hanno ritenuto di dover intervenire.

“La cosa che principalmente ci preme farle conoscere – scrivono i volontari al presidente regionale CRI Pisciotta – è che il volontariato, principio fondamentale della nostra associazione, a Salerno non esiste più. Molti dei servizi che sono sempre stati svolti dai volontari gratuitamente, oggi vengono svolti da pochi eletti che con la scusa di prestare servizio da volontari portano a casa un vero e proprio stipendio. Tale stipendio viene giustificato come rimborso chilometrico per alcuni e rimborso chilometrico e buoni pasto per altri”.

Si parla anche di cifre, che si aggirerebbero tra gli 800 ed i 1.300 euro al mese, tutti regolarmente accreditati sui conti correnti di familiari dei prestatori d’opera, probabilmente allo scopo di non creare un nesso causale tra il servizio ed il percipiente delle somme di denaro. Ci raccontano di volontari allontanati – copione sempre più comune nelle sedi dei Comitati della nuova Croce Rossa Italiana – in quanto “noi veri volontari siamo costretti a sopportare da un anno a questa parte – scrivono nella lettera che ci è stata recapitata – con la premessa che i volontari del gruppo di Salerno sono stati messi nella condizione di essere allontanati dalla sede, perché avrebbero potuto vedere troppo o fare qualche domanda, quindi meno occhi e orecchie ci sono in giro tra quelle mura meglio è, diventando così la sede del Comitato Locale di Salerno un covo per quei pochi che tra di noi gentilmente definiamo i lecchini signor sì del presidente.

La situazione sarebbe assolutamente drammatica. Il Comitato di Salerno sarebbe diventato un ufficio di collocamento dove probabilmente, allontanando i veri volontari, qualcuno ha inteso costituire un centro di interessi che non potrebbero collimare con i principi immutabili dettati in tutto il mondo dal Movimento Internazionale che si rifà a Henry Dunant.

Naturalmente da via Toscana nessuno si pronuncia, né alcun provvedimento è stato preso, anzi proprio in vista delle prossime elezioni si sta continuando a commissariare i Comitati Locali. Chissà se il presidente di Salerno, Antonio Carucci, ha intenzione di ricandidarsi alla guida del Comitato Locale e se, a differenza del presidente nazionale Francesco Rocca, vorrà replicare ai documenti che alleghiamo all’articolo. È molto probabile che il Carucci sia tra quelli che continua a chiamare questo sfacelo “privatizzazione”.