Nella puntata precedente abbiamo cercato di spiegare come Virginio Di Giambattista diventa Gestore della Circumetnea (controllato), conservando la carica di direttore del Dipartimento del Trasporto Pubblico Locale del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti (controllore). Quando il direttore s’insedia, alla FCE trova un organico reale risalente al 2002 (all.1), ben diverso da quello in vigore oggi. La situazione cambia per riuscire a reclutare personale dai serbatoi delle graduatorie, soprattutto quelle per operatore di manovra e manutenzione, in modo da moltiplicare ad arte posti con mansioni superiori. A distanza di due anni vengono creati i famosissimi regolamenti che permettono anche ai neo assunti, da sei mesi e quindi ancora in prova,   di partecipare alle promozioni interne. Parliamo del regolamento per gli sviluppi professionali del personale di ruolo pubblicato con o.d.s. n. 66 del 06/07/2012 e delle successive modifiche di cui all’o.d.s. n. 62 del 29/05/2014. Sono proprio le modifiche che permettono a molti, anche solo dopo 6 mesi dall’assunzione, di spiccare il volo in posizioni privilegiate, liberando il posto ai parenti in graduatoria. Inoltre si prendono in considerazione almeno quattro piante organiche: provvisoria e definitiva del 2012 (all.2), provvisoria e definitiva del 2014 (all.3).

Una scelta mai spiegata, in cui non si trova traccia nel piano industriale di requisiti specifici che giustifichino alcune eclatanti scalate aziendali. È vero, nel vorticoso giro di valzer il massimo di unità previste dalla pianta organica resta 375. Ciò che cambia, però, sono le qualifiche. Per il più classico degli: “E io pago”. Si snellisce la base dell’azienda per creare nuovi uffici e posti apicali. Citeremo solo alcuni esempi dei tanti accaduti nelle tre Direzioni: Esercizio, Amministrativa e Tecnica.

DIREZIONE AMMINISTRATIVA – A capo c’è Mario Lo Bello. L’organico reale (pianta organica del 2002) prevedeva un solo capo unità organizzativa (funzionario apicale parametro 230), con il compito di gestire le risorse umane, la finanza, la contabilità e gli acquisti. Con la nuova pianta organica, i capi unità organizzativa con parametro 230 diventano due (uno per la gestione di risorse umane, paghe e contributi; l’altro si occupa di contabilità, bilancio e commerciale). In questo modo si creano a cascata altre figure professionali. Si istituisce ex novo il ruolo di capo unità tecnica, settore Magazzino (capo ufficio parametro 205) e quello di specialista tecnico amministrativo (par. 193). Non solo. La scissione ha portato a una miriade di ulteriori unità lavorative e due nuovi capo ufficio: Ivo Carbonaro (all. 4) e Agata Sapienza, ex precari della Circumetnea con parametro 140. Vinto il concorso come collaboratore d’ufficio (par. 175) i due, dopo circa un anno, diventano capo ufficio con parametro 205. Non c’è che dire, proprio una carriera record. Nel gioco delle sostituzioni, al posto di Carbonaro e Sapienza entrano in azienda Antonino Scarpignato, figlio di Francesco, coordinatore d’esercizio all’autoservizio e Angelo Borzì. L’aumento di unità lavorative apicali tra il 2002 e il 2012 è di cinque. Sono tanti i beneficiari della girandola di salti di carriera.

 Risorse umane e contributi: il dirigente sindacale UIL Alberto Lorena, da capo ufficio diventa funzionario. Conquista il posto concorrendo da solo (all. 5) e con il requisito alternativo al diploma di laurea: l’anzianità di servizio decennale.

– Contabilità, Bilancio, Commerciale: in questo caso il beneficiario è Salvino Cannella, che conquista il posto concorrendo anche lui da solo (all. 6) e con le stesse modalità del collega Lorena.

– Negoziale, Acquisti, Gestione scorte: va spiegato che l’unità organizzativa in questione passa dalla Direzione generale a quella amministrativa insieme al funzionario Vincenzo Brunetto.

– Il Settore Magazzino, come dicevamo istituito ex novo viene aggiudicato a Filippo Chiarenza (all. 7) che, tra i suoi segni particolari, ha quello di essere il cognato del neo funzionario Alberto Lorena.

Per darvi un’idea dei costi dell’operazione, basta considerare che ogni punto di parametro in più vale circa 6 euro. Facciamo l’esempio di un capo ufficio che diventa funzionario. Tradotto in soldoni – centesimo più, centesimo meno – significa circa 205 euro in più in busta paga. Parliamo del minimo ovviamente, perché trasferte, missioni e straordinari di un funzionario valgono più di quelli di un capo ufficio. Sarebbe utile se Di Giambattista rendesse pubbliche le ragioni aziendali che hanno indotto a sostenere un simile incremento di spesa, a fronte di un organico invariato nel complesso e di un’offerta al pubblico sostanzialmente identica. Non sono da meno le altre direzioni.

DIREZIONE TECNICA – Come un novello spartitore di pani e pesci, Di Giambattista autorizza la divisione dell’Unità “Infrastrutture civili e tecnologiche”, in due distinte Unità organizzative: una per le Infrastrutture Civili, l’altra per quelle Tecnologiche, manco a dirlo con l’ovvia creazione di un ulteriore funzionario e a cascata di tutte le altre figure professionali. Diretta dall’indagato Salvatore Fiore, nella direzione tecnica va certamente sottolineata la vicenda dell’architetto Loredana Cucinotta (all.ti 8 e 9). La signora è arrivata alla Circumetnea l’11 ottobre del 2010 dalla Regione Emilia Romagna, con un parametro 140. Dopo ben due concorsi interni, a distanza di circa un anno l’uno dall’altro, è passata da collaboratore d’ufficio (par. 175) a specialista tecnico amministrativo (par. 193). Il gestore e controllore Di Giambattista non ha mai chiarito le reali esigenze aziendali, il curriculum dell’architetto e le esperienze lavorative che, nel volgere di pochi mesi, l’hanno trasformata da modesto collaboratore d’ufficio a specialista del settore tecnico, direttamente nello staff personale del dirigente tecnico Salvatore Fiore. Ufficio staff creato ad hoc per isituire un altro posto di capo ufficio, che andrà all’amico Carlo Minotti, arrivato in mobilità dal Comune di Catania e volato al parametro 205 dal 175.

Un altro esempio emblematico è quello di Riccardo Vasta, figlio di Antonino, l’ex capo dell’Ufficio acquisti ora in pensione. Riccardo è specialista tecnico amministrativo del settore Sicurezza e Qualità. Ha un modesto passato lavorativo come operatore elettromeccanico precario, dimessosi il 6 settembre del 2013 e poi rientrato lo stesso giorno con un’assunzione a tempo indeterminato con uguale parametro (140) e la stessa mansione. Vasta era già stato in azienda per alcuni anni, superando brillantemente ben tre selezioni pubbliche, sempre con la stessa mansione. Trascorsi pochi mesi dall’ultimo concorso, che finalmente lo stabilizza, Vasta, grazie ai giochi di prestigio degli organigrammi su misura, diventa uno specialista tecnico amministrativo della sicurezza (all.ti 10 e11). Non sarebbe male conoscere, come nel caso della Cucinotta, il curriculum lavorativo che giustifichi l’incredibile ascesa di Riccardo Vasta in un ruolo aziendale altamente qualificante.

Il funzionario della Unità organizzativa tecnica “Infrastrutture civili e tecnologiche”, Sebastiano Ferlito (all.12), deve cedere metà della struttura a Carmelo Coniglione, che adesso si occupa della parte relativa alle Infrastrutture civili (all.13). Trasferito alla Circumetnea per mobilità dal Comune di Catania (e quindi la FCE è evidentemente una pubblica amministrazione), Coniglione viene inizialmente inquadrato come collaboratore d’ufficio, dal primo febbraio 2009, con parametro 175, nel settore investimenti (all.14). A luglio dello stesso anno Coniglione viene inserito nel nuovo organigramma come coordinatore d’ufficio a staff della direzione tecnica (all.15). Con il solito concorso interno, sempre come unico partecipante, Coniglione diventa funzionario – capo unità organizzativa nel settore manutenzione del binario. I contribuenti avrebbero diritto di conoscere il curriculum lavorativo del geometra Coniglione, per rendersi conto delle esperienze lavorative acquisite al Comune di Catania nel settore della manutenzione della linea ferroviaria. Precisazione necessaria per avere la certezza che il Gestore abbia fatto la migliore scelta professionale possibile, in considerazione del fatto che si parla di sicurezza del trasporto pubblico e della spesa di denaro pubblico. Per quanto ci viene riferito, l’unica ferrovia gestita dal Comune di Catania è stata negli anni riservata ai bambini nel parco giochi della Villa Bellini.

Nel 2002 il settore manutenzione era affidato a un ufficio in cui lavoravano solo tre operatori tecnici (con par. 170): Rosario CutuliAlfio Strano (oggi in pensione) e Nunzio Pecorino. Attualmente, invece, in quello stesso ufficio le posizioni si sono moltiplicate: due capi unità tecnica (Giuseppe Leotta, che da collaboratore di ufficio manutenzione par. 175 passa a par. 205 e Rosario Cutuli, che da operatore tecnico par. 170 passa a par. 205); tre capi operatore (Nunzio Pecorino, da par. 170 a par. 188 – Maurizio Catania e Antonino Spampinato, che da operatori qualificati par. 160, passano a par. 188); due operatori tecnici, operatori qualificati a manetta e operatori di manutenzione in una perversa spirale ascendente tesa allo scorrimento delle graduatorie pubbliche (una graduatoria piena di figli e parenti), per i quali siamo in attesa di conoscere la risposta all’interrogazione dei senatori del Movimento 5 Stelle e, magari, anche le risposte alle domande eventualmente formulate dalla Procura della Repubblica.

Stavamo per dimenticare la situazione più emblematica, quella della DIREZIONE DI ESERCIZIO con a capo Sebastiano Gentile. Andato in pensione nel 2011 il vecchio funzionario che sovrintendeva ben quattro settori, parliamo del valido Alfonso Zapparoli, l’azienda spacchetta l’Area Movimento in quattro distinte unità, affidate come sempre attraverso concorsi interni: Stazioni a Santo Cardullo; Autoservizio a Salvatore Grasso; Officina a Giuseppe Prestianni; Trazione-Scorta a Santo Bellia. Questo, come abbiamo spiegato per le altre direzioni, genera una mostruosa moltiplicazione di posizioni: quattro coordinatori d’ufficio, otto collaboratori d’ufficio e poi a catena tutto il resto degli avanzamenti di carriera, che coinvolgono numerosi dirigenti sindacali. I salti della quaglia si moltiplicano senza sosta, come nel caso dei due operatori di manovra Francesco Contino (dirigente della FAST-CONFSAL) e Thomas Barbagallo, che diventano collaboratori d’ufficio, passando prima da parametro 123 a 140 e poi da 140 a 175, grazie a due concorsi interni (all.ti 16 e 17). L’ultimo è quello che solleva i dubbi più forti. Contino e Barbagallo resterebbero esclusi per il fatto che la pianta organica del 2012 prevede un collaboratore d’ufficio. Si tratta, però, di avere solo un po’ di pazienza, perché nel 2014 i posti diventano tre grazie all’allargamento ad hoc della pianta organica e quindi anche loro possono coronare il sogno di non restare sul fondo della gerarchia aziendale.

Un manicomio, ma non finisce qui. Succede anche che alcuni autisti di autobus, manovratori, manutentori, fabbri e falegnami appena assunti abbiano superato e ottenuto l’abilitazione a capitreno e macchinisti. Questo crea un sovrannumero e quindi accade che i capitreno vengano impiegati come controllori nella metropolitana. Nonostante il numero spropositato di capitreno, siccome non tutti i figli e i parenti sono stanti ancora sistemati a dovere, con delibera del Gestore numero 537 del 29 maggio 2015 (all. 18), viene approvata l’ulteriore graduatoria di sei unità. Provando a ragionare a rigor di logica, sembra proprio l’ultima follia partorita dalla dirigenza della FCE. Speriamo siano solo voci quelle che vorrebbero lo sblocco degli altri inutili capitreno a settembre.

Sarebbe assurdo visto che l’FCE chiude giornalmente caselli e stazioni per automatizzarli. Nonostante tutto la dirigenza sta cercando di bandire l’ultimo serbatoio che andrebbe a sistemare gli ultimi figli e parenti rimasti fuori. Ci riferiamo al concorso di “Operatore di Stazione” che in molti aspettano. Sarebbe, però, l’ennesimo scempio e un’enorme sperpero, visto che gli addetti non avrebbero nè stazioni nè caselli da vigilare. Signore e signori alla Circumetnea, esempio italico di come un’azienda pubblica venga gestita da chi dovrebbe invece controllarla, c’è posto per tutti. A questo punto siamo sempre più convinti dell’urgenza dell’intervento del ministro Delrio.