Il sistema organizzativo del 118 pugliese è “pessimo e inadeguato”. A dirlo sono le numerose segnalazioni pervenute al Collegio IPASVI (Infermieri Professionali Assistenti Sanitari Vigilatrici d’Infanzia) di Bari. Evidenti e documentate carenze di carattere organizzativo-funzionale, scrive l’Ente deputato alla tutela del corretto esercizio professionale degli infermieri a garanzia delle cure prestate ai cittadini. Una lettera dettagliata inviata, tra gli altri, anche al presidente della Regione, al Prefetto, alla Procura, al Direttore Generale ASL BA e al comando provinciale del Nas di Bari. Per nostra fortuna e per il bene degli operatori e degli utenti, siamo lieti di notare che non siamo gli unici ad aver riscontrato gravi carenze nel sistema 118 della Puglia e soddisfatti di constatare come molte delle inadeguatezze siano le stesse sottolineate in innumerevoli articoli del nostro giornale, riceviamo e pubblichiamo integralmente, conun appunto:  a differenza di quanto scrive l’IPASVI, abbiamo sempre denunciato che il pesce puzza dalla testa, senza mai scaricare sugli operatori, infermieri compresi, alcuna responsabilità. Ad ogni buon conto sta di fatto che la politica, le istituzioni e la magistratura sulla questione non si sono mai applicati abbastanza.

Pervengono a questo Ente di diritto pubblico, deputato alla tutela del corretto esercizio professionale  degli  Infermieri a garanzia delle cure prestate ai cittadini, numerose segnalazioni che evidenziano un “pessimo ed inadeguato sistema organizzativo” nell’ambito del sistema 118 pugliese già oggetto di precise osservazioni critiche.

Non è un’inutile perseveranza di questo Ente perché situazioni inveterate, segnalazioni inascoltate, conferenze, sondaggi e nuove situazioni che il servizio 118 presenta, generano tensioni  per evidenti e documentate  carenze/negligenze  di  carattere  organizzativo -funzionale davvero importanti. A situazioni irrisolte, se ne aggiungono altre che determinano un’enorme altra impasse da cui è difficile uscire. La  genesi  di questo sistema, che per le sue ataviche criticità impegna  in un’ardimentosa “gogna mediatica” tutti i protagonisti diretti (Infermieri in primis) e mai chi ha la responsabilità progettuale diretta, a nostro avviso ha origine sin dal suo avvio nella sua costituzione organizzativa.

Irrazionale e incomprensibile è la strutturazione del servizio diviso tra la centrale operativa (in capo all’Az. Ospedaliero Universitaria Policlinico, con il proprio personale e relativi rapporti gerarchici, organizzativi e amministrativi) e il coordinamento 118 allocato nella città di Triggiano con personale e direttore in capo all’ASL BA.

Altresì incomprensibile, è la “ratio” dell’affidamento della postazione 118 di Acquaviva delle Fonti e del Punto di Primo Intervento allocato nella città di Casamassima, all’Ente Ecclesiastico Miulli per il solo personale infermieristico.

Viepiù, il sistema 118 pugliese si avvale di collaborazioni/convenzioni con soggetti terzi che hanno mezzi ed equipaggi definiti da preciso disciplinare tecnico stabilito, con determina regionale;  non  si  comprende la ragione per cui le postazioni pubbliche aziendali non rispettano il disciplinare tecnico sia nella composizione degli equipaggi sia nella disponibilità dei mezzi a dir poco “vetusti e arrangiati”, pericolosi.

Ancora una volta, chiediamo ascolto e confronto, proponendoci all’attenzione di tutti i soggetti istituzionali cui la presente è diretta, per un dibattito aperto e costruttivo finalizzato ad affrontare tutte le criticità presenti a beneficio della qualità del servizio.

Si è molto preoccupati e amareggiati per la continua “gogna mediatica” che ruota attorno al caso delle “auto mediche acquistate e parcheggiate”,ormai in uno stato di abbandono da circadue anni. Il “caso pugliese” per certi versi rappresenta, in tutte le sue sfaccettature, emblematicamente, lo stato di “governo sanitario” della Puglia. Se l’obiettivo di acquisto delle auto mediche era finalizzato all’attuazione del piano di riordino del 2009 (poi modificato nel 2014) non si comprende come poteva essere perseguito in mancanza di personale (circa novanta infermieri) . È appena sufficiente, anche per i non addetti ai lavori, leggere il piano di riordino n. 160 del 19.11.14 e, ancor prima, il n.2488 del 15.12.2009 per rendersi conto delle carenze d’organico.

È assurdo rilevare che ancora oggi sono in servizio, nonostante precise prescrizioni normative, ambulanze (senza infermiere). Ciò rende incomprensibili le modifiche e il riassetto del sistema di emergenza territoriale 118, secondo le linee guida indicate dall’Agenas, interpretate dall’Asl Bari e dall’Az. Ospedaliera Policlinico, poiché si liberano dai vincoli di blocchi concorsuali, temporeggiando con espedienti incauti e progetti sperimentali che a nostro avviso hanno lo scopo di allentare l’attenzione mediatica.

Riscontriamo  ancora,  la  situazione  delle  postazioni  118  di  Japigia,  Policlinico, Giovinazzo, Palese e Noicattaro che a singhiozzo presentano equipaggi India o Victor, pur con l’ausilio  dell’istituto  contrattuale  della  reperibilità  che  deve  garantire  la  necessaria e fondamentale presenza infermieristica.

Riguardo al nuovo sistema di TELECARDIOLOGIA, deciso e attivato senza nessuna forma di coinvolgimento diretto del personale Infermieristico e del suo Ente di rappresentanza, (diversamente che per altre professioni e nonostante precise richieste di audizione che questo Ente ha rivolto) è sconvolgente, a nostro avviso, l’atteggiamento di supponenza e sufficienza delle amministrazioni del Policlinico e dell’ASL Bari incuranti di definire una seria e adeguata formazione del personale all’uso dei nuovi strumenti operativi.

Accogliamo con attenzione tutto ciò che rappresenta innovazione perché per noi significa efficacia ma non sempre efficienza. Il riferimento riguarda lo “spinn off” della tele- cardiologia, dall’1 ottobre prossimo, con l’utilizzo di tablet e apparecchi per registrazione Ecg. Fermo restando che la registrazione dell’Ecg può essere eseguito solo da personale sanitario, il software del tablet segue percorsi propri che, a domande perentorie e specifiche di carattere sanitario, conseguono algoritmi diversi.

Competenze  e  responsabilità  medico  legali  rendono  univocamente necessaria la presenza dell’infermiere. Si evidenzia altresì che il corso formativo sull’abilitazione all’uso dei suddetti apparecchi è riservato solo al personale sanitario quindi non si comprende perché si affidino gli apparecchi anche alle postazioni adesso Victor (senza infermiere).

Si registra, ancora, una certa preoccupazione, a proposito dell’utilizzo dello spinn off, per la mancata sostituzione degli apparecchi in uso nei PPI (punto di primo intervento) soprattutto per la registrazione degli Ecg giacché questi, verosimilmente, non funzioneranno più con rilevanti ripercussioni per l’assistenza oltre che per l’esposizione dei sanitari a notevoli rischi professionali. Per tutti questi motivi auspichiamo ancora ampie riflessioni e insistiamo perché siano prese in esame tutte le lamentele che finora ci sono pervenute e che puntualmente abbiamo denunciato.

Continuiamo a credere nella possibilità di convocare a cura della Presidenza della regione o di chi ha responsabilità di garantire il servizio ai cittadini, a una “conferenza di servizio sul sistema 118” aperta a tutti gli  stakeholders del sistema per definire compiutamente un assetto organizzativo capace di rispondere appieno alle necessità del nostro territorio in ambito al servizio di emergenza urgenza 118.