A poche centinaia di metri da qui sarebbe dovuto sorgere un termovalorizzatore del gruppo Marcegaglia. I permessi da parte di comune e Regione Puglia erano prontamente arrivati, salvo accorgersi, successivamente, che quelle autorizzazioni erano illegittime: mancavano il parere vincolante dell’autorità di bacino, il nulla osta paesaggistico e quello dell’Enac a causa della vicinanza con l’aeroporto di Bari-Palese. Questo ha reso nulla la valutazione d’impatto ambientale e portato ai sigilli sui 35mila metri quadri.

Adesso siamo invece davanti all’ex cementeria Italcementi di Modugno. Qui nella primavera 2010 è iniziata la bonifica dall’amianto. Ma è stata condotta secondo le norme? Per l’amministrazione comunale modugnese sì, ma non la pensano allo stesso modo i tanti cittadini che dicono (e qualcuno lo ha anche filmato) essersi trattato di una semplice demolizione. Eppure nei sopralluoghi tecnici si parla della presenza di amianto in matrice friabile, il più pericoloso. In che modo è stato messo in sicurezza e smaltito?

Dubbi che permangono anche per la bonifica in atto all’ex Vianini di Binetto, gruppo Caltagirone. Anche qui veniva prodotto il micidiale cemento-amianto tanto utilizzato fino a 20-25 anni fa. Quest’area grande quanto il paese a metà strada tra Bitetto e Grumo Appula, sarà presto trasformata in un’enorme speculazione edilizia: al suo interno saranno infatti realizzati un parco fotovoltaico, un centro commerciale, appartamenti, impianti sportivi. Bonifica esterna e una bella colata di cemento. Ma in molti ritengono che il sottosuolo sia impregnato di sostanze nocive. Nel piano di bonifica, tuttavia, non è stato previsto nemmeno un carotaggio.

E amianto ce n’è di sicuro anche negli ex stabilimenti Palolio e Palvino di Palo del Colle. In questo caso di bonifica nemmeno a parlarne, né superficiale né profonda.

E in questa zona, a pochi metri dalla superficie, sarebbero stati sepolti negli anni rifiuti speciali provenienti da tutta Italia. Rifiuti che hanno con ogni probabilità inquinato la falda acquifera. Lo dimostra un vecchio contenzioso che riguarda il vicino comune di Bitetto e alcuni proprietari terrieri. Nell’ultima relazione della commissione parlamentare sui rifiuti si  parla di pratica diffusa del “tombamento”, sistema che comprende sia il riempimento di porzioni di territorio con i rifiuti per innalzamento della quota di calpestio rispetto al livello del mare, sia il livellamento dei pendii delle lame finalizzato a renderli coltivabili, sia il loro materiale seppellimento in vaste buche scavate su terreni appartenenti a persone compiacenti.

In ogni caso, come si può vedere nel grafico, in un raggio di una ventina di chilometri, che tocca i comuni di Modugno, Palo del Colle, Bitetto, Binetto, Sannicandro, Bitritto, Grumo Appula e Bitonto, lo stress ambientale è notevole. Una concentrazione di emissioni inquinanti che non ha pari in regione se non a Brindisi e Taranto.

Una specie di Ilva per la quale non vale nemmeno il ricatto occupazionale perché si tratta di aree da bonificare o di impianti che danno o hanno dato pochissimi posti di lavoro.

Correlazioni con l’aumento di patologie tumorali? Non se ne possono fare perché non sono mai state effettuate indagini e in Puglia non è mai stato istituito un registro dei tumori.

Saverio Ricci