Garantire il diritto alla salute della popolazione femminile attraverso la medicina di genere, coinvolge il mondo della ricerca, la comunità scientifica e le istituzioni che devono privilegiarne il profilo attraverso l’adozione e la diffusione di buone prassi in materia di prevenzione e terapia.

La salute si identifica oltre che come assenza di malattia, anche come produzione di benessere. Salute e welfare, sono il binomio di una società civile e moderna.

Il diritto alla salute passa anche attraverso la tutela e la valorizzazione della donna in ambito lavorativo a livello retributivo e anche rispetto a problematiche legate alla progressione di carriera e al mobbing che rappresenta, per molte donne il “tributo da pagare” in quanto madri lavoratrici. Avviene soprattutto quando la donna attraversa momenti critici correlati al proprio benessere ed alla salute, come la gravidanza o la malattia.

Sono i temi del convegno Donna: salute e lavoro, che si è svolto questa mattina presso la Camera di Commercio di Bari. Al dibattito, moderato dal direttore della Gazzetta del Mezzogiorno, Giuseppe De Tomaso e organizzato dalla A.R.S INSTITUTE e dalla fondazione “Angelo Schittulli”, hanno partecipato numerosi rappresentanti delle istituzioni e del mondo accademico fra i quali il Rettore dell’Università di Bari Antonio Uricchio, il Sindaco di Bari Antonio Decaro, il Presidente della Camera di Commercio Alessandro Ambrosi, il prof. Francesco Schittulli, presidente nazionale LILT.

Il Sindaco di Bari, Antonio Decaro, introduce il tema della tutela del lavoro durante la malattia, raccontando l’esperienza di una donna che oltre ad affrontare il duro percorso di cura a causa di una patologia oncologica, durante la sua assenza dal lavoro, perde anche il posto, fonte di sicurezza e di sostentamento economico, ma soprattutto occasione di reintegrazione nella società, dopo la malattia.

Il mancato rispetto delle pari opportunità in ambito lavorativo emerge anche dall’ingente numero di denunce e cause di lavoratrici intentato contro le pubbliche amministrazioni per il riconoscimento dei propri diritti ha fatto rilevare la dott.ssa Beatrice Notarnicola, consigliere della Corte di Appello di Bari, sezione Lavoro.

Molte donne dopo la maternità o la malattia sono relegate a ricoprire ruoli marginali. Molti
sono i casi giurisprudenziali citati e significativi della esigenza ripristinatoria di una civiltà giuridica, che spesso manca nella sociale.

La professoressa Paola Balducci , componente del CSM, sottolinea l’esigua rappresentanza femminile fra i membri laici del CSM e al contrario massiccia presenza femminile nel comitato di pari opportunità della magistratura, auspicando una rivoluzione culturale in materia di discriminazione per rappresentare la persona.

La discriminazione di genere è soprattutto un problema culturale, l’elemento atto a promuovere il cambiamento di mentalità è l’educazione, l’acquisizione cioè della capacità di ragionare in modo autonomo, sostiene la prof.ssa Silvana Calaprice , vicepresidente Unicef e sociologa. Spesso sono proprio le donne ad essere fautrici della propria autolimitazione in ambito lavorativo, come la scelta di farsi rappresentare da uomini in ambienti prevalentemente femminili.

Cambiare mentalità, promuovere azioni di supporto e tutela al lavoro femminile come l’apertura di asili-nido in ambito aziendale è sicuramente un valido strumento di crescita sociale e civile. È quanto è stato realizzato presso l’università di Bari con l’inaugurazione dell’asilo nido destinato ai figli dei dipendenti e degli studenti.

Il benessere psico-fisico della donna passa anche attraverso nuovi quadri clinici che si profilano nell’ambito della cura delle patologie dermatologiche derivanti da stress, sostiene la dott.ssa Roberta Lovreglio, Dermatologa A.R.S Institute. Avere cura di sé e della propria immagine rappresenta sicuramente un valido supporto per il raggiungimento dell’equilibrio emotivo della donna.

La Sanità pugliese, sottolinea il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, sta compiendo enormi progressi che le hanno fatto guadagnare posizioni nella classifica del Piano Nazionale Esiti, rendendola competitiva con le eccellenze sanitarie settentrionali. Emerge dalla progressiva riduzione della mobilità passiva extraregionale.

La Regione Puglia, continua Emiliano, ha fatto passi da gigante in tema di screening del carcinoma mammario e di tutti gli screening oncologici, mediante la costruzione di una rete oncologica, la ROP, e di un Centro di Orientamento Regionale Oncologico (CORO) che garantisce un’adeguata prevenzione e cura delle patologie oncologiche e che mette in primo piano le esigenze del cittadino, a partire dalla effettiva presa in carico del paziente, orientandolo verso le strutture specializzate della Puglia ed evitando il “turismo sanitario”.