Nel 2008, a soli 25 anni, ha vinto la medaglia d’oro alle olimpiadi di Pechino battendo l’olandese Deborah Gravenstijn. E’ Giulia Quintavalle, judoka dal cuore tenero che, accogliendo l’invito di Ermina Zonno del comitato regionale di Judo e abbracciando il Progetto Puglia Judolab, il prossimo 15 Novembre al CUS si allenerà insieme ai tanti amanti di uno sport tutt’altro che violento.

Ci accompagna a conoscerla il maestro Dino Bartoli dell’ASD Centro Judo Sankaku di Bari. “Molti giudicano come sempre senza conoscere o sapere” ci dice la Quintavalle durante una pausa dall’allenamento. “Il significato di Judo è l’opposto di violenza, sta a significare via della gentilezza e della cedevolezza”.

Ed infatti sia lei che il maestro Bartoli sono impegnati in questa attività che insegna ai ragazzi lo spirito dello sport e della legalità, un po’ come fa un caro amico di Bartoli, il maestro Maddaloni a Scampia: un’attività che gli è valsa un film con protagonista Beppe Fiorello dal titolo “l’oro di Scampia” ed un libro scritto da Luigi Garlando dal titolo “o ‘maè storie di judo e di camorra”.

“Questa arte marziale – continua la Quintavalle – è una disciplina completa che da la possibilità di essere praticata sin da piccoli fino ad età adulta; è uno di quei pochi sport che ti educa al rispetto degli avversari, delle regole ed insegna ad essere umili, ti forma il carattere, dandoti al tempo stesso autostima e autocontrollo”.

“Ho rinunciato all’agonismo” interviene Dino “perché alla vanità di vincere una medaglia, ho preferito la coscienza di mettermi a disposizione dei giovani e di chi ha problemi”. Ed infatti lo ritroviamo spesso nelle scuole ad insegnare il Judo con lo sguardo tipico di chi è felice e che pensa che l’unico vero sfida persa è quella che non si è combattuta.

E quindi pronti a 2 ore, dalle 19:00 alle 21:00, di pura arte judoka con prese, attacchi e cadute ma soprattutto con tanti messaggi e rispetto delle regole per uno sport che trova poco spazio nei media.

Su questo Giulia Quintavalle ha le idee chiare ed un po’ critiche: “Io penso che il merito o il demerito dell’idolatria di alcuni sport sia dovuto all’importanza che i media danno ad essi. Il Judo non è mediatico perché viene valorizzato solo ogni 4 anni quando ci sono i Giochi Olimpici. Visto che ci sono sport come questo che veramente educano chi lo pratica in modo esemplare, dovrebbe essere inserito nell’istruzione quotidiana, nelle scuole materne ed elementari”.