Sono rare le situazioni in cui si presenta a volto completamente scoperto, ma la prima della mostra a Bari è stata una delle poche eccezioni per cui Salvatore Benintende ci ha messo, quasi del tutto, la faccia. Sprovvisto della solita mascherina che gli copre parzialmente il viso, Tvboy non ha deluso le aspettative di quanti, tra curiosi e addetti ai lavori, non sono mancati all’apertura di “Politically Incorrect”, la personale curata da Vito Caldaro, in corso fino al 13 novembre nello spazio Formaquattro. La centralissima galleria di via Argiro, sempre più ambiziosa in questi anni per aver portato in mostra prima Andy Warhol e poi i maestri della Pop Art italiana, prosegue su questo filone Popular scegliendo per l’occasione lo street artist italiano più censurato.

Complici della notorietà di Tvboy sono senz’altro le operazioni di rimozione che hanno interessato le sue opere più scomode, a cominciare da quella più impropriamente azzardata delle forze dell’ordine romane della discussa Amor Populi; un murale che per profetica lungimiranza ha preannunciato l’alleanza del governo gialloverde: “Il ruolo dell’arte è quello di svelare le cose che sono sotto gli occhi di tutti, ma che nessuno vede né dice – commenta l’artista siciliano riferendosi al bacio tra Di Maio e Salvini – credevo venisse rimossa per l’atto omosessuale tra due personalità politiche.” I suoi lavori sono figli e interpreti del tempo che viviamo, capaci di arrivare a un pubblico ampio ed eterogeneo. Diversamente non sarebbe tra gli esponenti di spicco della NeoPop, che ha reso la Street Art la degna erede del movimento Popular. Le sue immagini parlano attraverso volti di politici, di star del jet set e di artisti che a loro volta diventano satira di sé stessi. Come il Picasso travestito da Pablo Pikachiu accostato a un compiaciuto Andy Dollars; o il leader coreano Jong- Un travestito da King Kong, e ancora Amy Winehouse associata a Frida Kahlo.

Sono questi ed altri i personaggi, a tinte sgargianti, dei protagonisti esposti in mostra insieme a quelli di celebrità pugliesi realizzati appositamente per l’esposizione da Formaquattro, fra cui Domenico Modugno o un dissacrante Lino Bansky:”Le ho preparate per quest’occasione in tempi abbastanza ridotti, volevo che il pubblico barese si sentisse partecipe e infatti sono contento dell’interesse e della curiosità con cui sono stato accolto.” E ancora è possibile vedere riprodotte su tela o carta le stesse opere che da venerdì notte sono sbucate in alcuni luoghi, non casuali, della città: “A volte la rimozione vado a cercarmela di proposito, ma per Bari ho pensato a soggetti più spensierati o ironici come Ronaldo, o Checco Zalone che vuol far riflettere, sempre ironizzando, sul valore del posto fisso per gli italiani – spiega Tvboy – San Nicola la ritengo più profonda come immagine, protettore dei defraudati, unisce l’Oriente e l’Occidente, veniva dal mare ed è proprio lì che ho voluto realizzarla, preferendo dei posti di passaggio, perché voglio che i passanti le vedano. La mia arte deve attirare ma con simpatia, per poi scoprire che sotto c’è un livello di lettura più profondo. Quella con Di Maio è invece abbastanza impegnata, con un Ministro del Lavoro che si mette dalla parte del lavoratore.”

Definito dalla stampa nazionale il Banksy italiano non nasconde l’ammirazione per lo street artist di Bristol, e sulla questione del passaggio dai muri alle gallerie non manca di chiarire la sua: “Molti dei lavori che realizzo su strada sono destinati a vita breve, invece la tela è l’unico modo per preservarle nel tempo, perché se entrano nelle collezioni e nei musei hanno una vita più lunga. Non mi sono mai piaciuti gli artisti che lasciano definitivamente la strada per lavorare solo con le gallerie, io ho sempre cercato di mantenere questo doppio binario rimanendo comunque fedele alle mie origini, ma è giusto che rimanga una testimonianza tangibile di quello che creo”. E quando gli abbiamo chiesto cosa pensasse sull’autorità dell’artista-personaggio che troppo spesso prevarica in maniera ingombrante la sua stessa opera ha concluso: “La via del protagonismo è quasi inevitabile. È importante che l’artista si esponga, ma come portavoce e ambasciatore delle sue opere. Se l’autore si mangia l’opera si scade nell’autoreferenzialità fine a se stessa, correndo il rischio di non far passare il valore del proprio messaggio”

Via Argiro 73
Ingresso libero

Dalle 11.00 alle 13.00 e dalle 17.00 alle 20.00
Lunedì chiuso

Info
3466260299
www.formaquattro.com