27 Gennaio, Giornata della Memoria. Una data che segna la fine di in incubo per il popolo ebraico. Le forze alleate liberano Auschwitz dalle milizie tedesche. Al di là del cancello, oltre la scritta «Arbeit macth frei», il lavoro rende liberi, appare l’inferno. Per la prima volta agli occhi del mondo appare la realtà dello sterminio in tutta la sua cruenta realtà.

Nell’incontro del 26 Gennaio, moderato dalla giornalista Valentina Belmonte, prenderanno parte e si confronteranno Antonio Magagnino, ricercatore ed autore de “L’Eccidio della Colonna Gamucci”, Vito Antonio Leuzzi, direttore dell’IPSAIC, Istituto Pugliese per la Storia dell’Antifascismo e dell’Italia Contemporanea e Raffaele Pellegrino, filosofo musicale e ricercatore IPSAIC.

Dalle leggi razziali ai campi profughi in terra di Bari fino ad arrivare alla celebrazione negli anni della Giornata della Memoria. Un excursus temporale e tematico che abbraccia gli anni dal 1935 con la legislazione antiebraica varata dalla Germania a Norimberga e tre anni dopo applicata anche in Italia, passando nel 1942 per la conferenza di Wansee con l’approvazione del piano di «soluzione finale» del cosiddetto problema ebraico, fino al 1945 che segna l’epilogo della SHOA. Non un omaggio alle vittime, bensì la presa di coscienza collettiva delle efferatezze di cui si è fatto protagonista l’uomo.

Ad aprire il convegno i saluti istituzionali del Sindaco di Cellamare, Michele De Santis e dell’Assessore alla Cultura e alle Pari Opportunità, Fiorenza Carbonara. Appuntamento, dunque, il 26 Gennaio alle 18.00, al Castello Caracciolo di Cellamare.