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Questa settimana sulla poltrona di Doctor Smart si è accomodato Ruggero Filannino, dermatologo, consulente presso l’ambulatorio di Melanoma e tumori rari dell’Istituto Oncologico di Bari. Con lui si è affrontato l’annoso problema dei tumori cutanei, primo fra tutti naturalmente il melanoma.

“Si tratta del più aggressivo e a più alto tasso di mortalità – ha detto -. Può insorgere in qualunque parte del corpo, si può riconoscere grazie a un semplice protocollo con cui si esegue la così detta autoesplorazione, ovvero l’ABCDE, che permette in maniera abbastanza agevole di riconoscere le caratteristiche di irregolarità: l’Asimmetria, i Bordi che diventano irregolari, il Colore che cambia, le Dimensioni, si dice che oltre i 5 millimetri diventano pericolosi, e poi l’Evoluzione, qualsiasi cambiamento nell’arco di breve tempo, un lasso di 2-4 mesi, deve indurre qualche sospetto”.

“Altra caratteristica importante – ha aggiunto – è l’elevazione: se una lesione che prima era piana diventa rilevata, deve destare molto sospetto, come anche un sanguinamento. Negli ultimi anni è stato aggiunto il criterio del brutto anatroccolo, che si applica a chi ha tanti nei: quello che salta subito all’occhio va guardato meglio. Un neo sospetto va inviato subito alla chirurgia; se è stata fatta una diagnosi precoce, la chirurgia è l’unica linea terapeutica”.

“Esistono delle concause -ha sottolineato – una tra tutte l’esposizione solare incontrollata, come il sole della domenica, preso in maniera intermittente una volta sola alla settimana per tanto tempo, a maggior ragione senza la giusta protezione solare. Il rischio aumenta con la familiarità, un parente di primo grado che ha già avuto il melanoma ad esempio, oppure per chi ha molti nei o in chi ne ha già tolti. Da prendere in considerazione anche l’attività professionale, chi lavora all’aperto ha maggiori probabilità di andare incontro al melanoma”.

“Al contrario dei melanomi – ha spiegato il dottor Filannino – i tumori cutanei più frequenti sono quelli di origine non melanocitaria, gli epiteliomi, come per esempio la cheratosi attinica, una forma di carcinoma spinocellulare in situ. I pazienti la definiscono spesso come una crosticina che tende sempre a riformarsi. Presente quasi esclusivamente sulle zone esposte, è causata proprio dalla costante esposizione al sole, perché la pelle è come una spugna che assorbe sempre radiazioni ultraviolette, ma non restituisce mai. Quando diventa satura, aumenta l’incidenza dei tumori cutanei”.

“L’aumentata importanza di queste malattie ha reso necessaria la creazione di terapie specifiche. Per le forme avanzate – ha concluso – la via migliore è quella chirurgica, per la cheratosi attinica esistono delle terapie locali che permettono di evitare che si trasformi in forme avanzate di carcinoma”.