“Mia” di Ivano De Matteo, presentato al Bifest e del 6 aprile nei cinema, è una incursione discreta ma realistica e intensa nella vita di un’adolescente come tante, ragazze normali che diventano protagoniste di fatti di cronaca.

Mia è interpretata dall’esordiente Greta Gasbarri, mentre Milena Mancini è la madre ed Edoardo Leo, il padre. Due genitori che si trovano impotenti di fronte a una situazione più grande di loro, come spiega il regista.

“Io quando parlo con mia figlia lei mi dice: tu non capisci, tu non sai niente, e io lì mi sento veramente spiazzato, perché forse ha anche ragione. Perché quello che riesco a capire è tutto cambiato, perché è veloce, è tutto veloce”.

Una perfetta ricostruzione di una famiglia romana semplice e serena come tante, come quella composta appunto da Sergio (Edoardo Leo), autista d’ambulanza, e dall’affidabile moglie Valeria (Milena Mancini), rende MIA di Ivano De Matteo un film da non perdere, anche se estremamente duro. A questo si aggiunge il credibile ritratto della figlia quindicenne, appunto Mia, deliziosa ragazzina alle prese con la vita di un’adolescente comune, fra “selfie”, “scialla” e voglia di crescere, a rendere tutto molto vero.

A chiudere il quadro, l’ingresso in questo quadretto familiare di un ragazzo di vent’anni, Marco, interpretato da Riccardo Mandolini, viziato e manipolatore, che stravolge la vita di Mia rendendola un incubo. Quando la ragazza, aiutata dal padre, riesce ad allontanarsi e ricominciare a vivere, il ragazzo decide di distruggerla nel modo peggiore, col revenge porn. E, purtroppo, ci riesce. Al padre rimane solo una cosa: la vendetta.

Edoardo Leo, parla della sua esperienza nell’interpretare questo personaggio, e afferma: “Avevo la sensazione che per la prima volta un film d’autore riuscisse a leggere dentro l’animo di un adolescente in una maniera mai vista prima, e che questo film, con tutto il suo potenziale drammatico, avesse un potenziale di attrazione forte per una generazione che non riusciamo più a portare al cinema. Quello che io mi auguro che accada, dopo la visione di questo film, è che i genitori capiscano che è il caso di allargare le maglie del dialogo con i propri figli”.