Non tutte le sconfitte sono un amaro fallimento, come nel caso di Mesagne, cittadina in provincia di Brindisi, che vantava fino a poco tempo fa il posto tra le città finaliste per l’ambita nomina di “Capitale italiana della cultura”. Il titolo non solo è sicuramente lusinghiero e motivo di orgoglio, ma la vitale importanza di esso risiede nei fondi nazionali, erogati dal Ministero dei Beni culturali, che alimenteranno il settore culturale e quindi i progetti presentati dalla città vincitrice. Il titolo per il 2024 è andato a Pesaro, capoluogo di provincia con Urbino, nelle Marche, che avrà a disposizione, per l’appunto, un milione di euro da investire nella cultura.

Fino a qualche anno fa nessuno avrebbe dato credito alle potenzialità socio-culturali e artistiche di Mesagne, come ricorda in occasione della premiazione della Capitale italiana della cultura tenutasi lo scorzo Marzo il sindaco della città: “Nella seconda metà degli anni Ottanta, Mesagne era considerata la capitale della Sacra Corona Unita, la cosiddetta quarta mafia. Oggi Mesagne è una città viva e attrattiva, una città che attraverso una straordinaria partecipazione di popolo ha dato vita ad un tessuto sociale in cui operano 115 associazioni che contribuiscono alla gestione dei nostri beni monumentali, degli spazi sociali e di 7 beni confiscati alla mafia. Mesagne ha coltivato il tema della cultura in tutte le sue forme”.

Il raggiungimento della finale nella selezione della Capitale italiana della cultura vale tantissimo, ed anche se non ha portato alla vittoria equivale ad un gran traguardo. Citando il Ministro Franceschini: “Essere finalisti è come essere candidati agli Oscar”. Effettivamente è l’unica città pugliese giunta all’ultima fase di selezione tra le 24 inizialmente candidate.

Il merito di Mesagne è stato riconosciuto in maniera effettiva in questi giorni, il riconoscimento infatti arriva dalla Regione Puglia che con l’ultimo bilancio di previsione ha stabilito all’art. 38 che “la Regione Puglia istituisce il titolo di Capitale cultura di Puglia, conferito alla città che sia stata riconosciuta, dal Ministero della Cultura, Capitale italiana della Cultura o che sia arrivata in finale per il conseguimento del suddetto titolo per premiare le città pugliesi finaliste della competizione” con il premio del valore di 300mila euro. Mesagne ha continuato a sognare e l’obiettivo è stato raggiunto.

Qualche riga in più va riservata al progetto “nato e organizzato dalla mente brillante della coordinatrice dell’intero piano, l’architetto Simonetta Dellomonaco, è stato presentato nel castello normanno svevo; nell’ambito del progetto anche il cortometraggio su Mesagne del regista canadese premio Oscar Paul Haggis, con musiche del maestro Beppe Vessicchio e con la partecipazione di Sergio Rubini, attore, autore e regista pugliese.

All’audizione e presentazione del programma culturale erano presenti Aldo Patruno, Direttore Dipartimento Turismo, Economia della cultura e valorizzazione del Territorio della Regione Puglia; Gianna Elisa Berlingerio, Direttore Dipartimento Sviluppo Economico della Regione Puglia; Fabio Pollice, Magnifico Rettore Università del Salento, componente del Comitato scientifico “Mesagne2024”; Elio Borgonovi, Direttore Istituto di Pubblica Amministrazione e Sanità IPAS presso l’Università Bocconi, professore ordinario presso Università Bocconi e membro del board di EFMD – European Foundation for Management Development, Comitato scientifico “Mesagne2024”.

“Abbiamo sognato in grande, come ci siamo abituati a fare da quando Mesagne ha imparato a credere in sé stessa e nelle proprie potenzialità. Siamo stati capaci di fare un tratto di strada che è servito a ricostruire, conoscersi, riconoscersi. Per poi rilanciare e puntare tutto su una storia che non solo è destinata a continuare, ma ha talmente dell’incredibile che crederci fino in fondo è stata una scommessa che abbiamo sentito di dover fare con noi stessi”. Con orgoglio ha concluso il sindaco Antonio Matorelli.