A Lecce si è tenuta la 23esima edizione del Festival del Cinema Europeo. Quest’anno si omaggia l’attore e regista pugliese Sergio Rubini, che ha ricevuto l‘Ulivo d’oro alla Carriera dal direttore della rassegna Alberto La Monica. Le opere presentate provengono da tutta Europa e sono presentate in lingua originale da registi e attori.

L’Ulivo d’oro – premio Cristina Soldano, per il miglior film è stato assegnato a “A room of my own”, di Ioseb Bliadze, regista georgiano vissuto in Germania. Il Festival ha voluto espimere la propria solidarietà al popolo ucraino, dedicando uno spazio alla sua cinematografia con una rassegna di 5 film. Il premio speciale della giuria, presieduta da Pascal Diot e composta da esperti del settore, è stato assegnato a “How is Katia” di Christina Tynkevych, regista ucraina. Tra i film proiettati, in anteprima per l’Italia, c’è “Sniper: the withe Raven” di Marayah Bushan, in cui è raccontata la storia di un insegnate di fisica ucraino che vive in un rifugio dopo la tragica invasione dei soldati nel Dombas del 2013. Sono giunti a Lecce numerosi ospiti, tra cui Raul Bova che ha partecipato all’anteprima di “the Cristmas Show” di Alberto Ferrari.  È stato assegnato anche il premio “Mario Verdone”, con a partecipazione dei 3 fratelli Verdone. Il premio è riservato a un giovane autore italiano che si è contraddistino nell’utimo anno per la sua prima opera.

A Sergio Rubini è stata dedicata la sezione “I protagonisti del cinema italiano”, con il conferimento del premio. “I premi alla carriera portano male”, il regista ricorda ironicamente Fellini, e lo considera un incentivo per il futuro. Nato in Puglia, l’attore e regista racconta come i suoi film siano ambientati a Grumo Appula, città che gi ha dato i natali. Ci tiene poi a precisare: “A me fa piacere che vengano tutti a girare in Puglia, ma lo dico con la spocchia di chi ha girato in Puglia un film nel 1999”. Secondo lui, gli altri registi inquadrano la vita pugliese dall’esterno, lui soltanto è in grado di coglierla dall’interno, come ha dato prova trai suoi primi lavori ne “L’uomo nero”. Riguardo i nuovi progetti ha anticpato di scrivere una serie per Rai Uno, di cui sarà regista. Saranno solo due puntate, ma molto importanti per Rubini che ci pensa da 20 anni. Dalle poche informazioni, parrebbe incentrata su un poeta dell’800.