Checco Zalone, al secolo Luca Medici, a ben 11 anni dal “Resto Umile World Tour” tornerà a far ridere e riflettere il suo pubblico nei teatri e nei palazzetti di tutta Italia. Il suo nuovo one man show “Amore + Iva, scritto con Sergio Maria Rubino e Antonio Immarino, toccherà il tema della guerra in Ucraina, dei migranti, delle famiglie arcobaleno, delle donne, insomma l’amour tout court con quella valanga di sagacia e comicità che contraddistingue da sempre il nostro Checco. Il primo sipario del nuovo spettacolo verrà spalancato oggi, 8 novembre, a Palazzo Wanny a Firenze, per poi volare sui palcoscenici di Bologna, Conegliano, Trieste, Ravenna, Torino, Verona e per tre settimane al Teatro degli Arcimboldi di Milano dal 20 dicembre al 23 gennaio 2023, in concomitanza con le festività natalizie. Il tour, prodotto da Arcobaleno Tre e MZL, con l’organizzazione generale di Lucio e Niccolò Presta, durerà tutto l’anno e pare abbia già venduto 100mila biglietti su Ticketone. In merito al suo ritorno sul palco di Sanremo nessuna buona notizia, non tornerà, almeno per quest’anno. “Pagherei perché tornasse al festival, ma non lo farà”, ha assicurato il suo manager Lucio Presta.

“È un ted questo spettacolo: parlo di adozioni, diritti civili, temi scottanti. Non ci si annoia. Non temo le critiche, mi aspetto le polemiche sui social: peraltro sui social non ci sono, ma ho capito che questo alimenta il dibattito”, ha detto Zalone in conferenza stampa prima del debutto fiorentino. “Se ho mai sofferto per le polemiche? Una volta sola, quando ho fatto l’imitazione di Misseri e me ne sono pentito: forse ho sbagliato, era eccessiva. Da lì ho imparato a limitarmi, tracciando una linea di confine tra ciò che è simpatico e ciò che è inopportuno”.

I temi del nuovo tour

Checco ha raccontato ai giornalisti come mai abbia scelto di intitolare la tournée proprio “Amore + Iva”: “Sarei volgarissimo: l’amore ha diversi prezzi. In realtà ho preso a prestito una frase di John Lennon, l’amore che dai è pari a quello che ricevi: insomma è una partita di giro”. Il comico ha sottolineato come anni fa fosse più semplice prendere spunto dalla quotidianità per costruire dei personaggi: “Oggi è molto più difficile trovare prede, risultano meno interessanti i personaggi che si danno ai social. Allora l’apice era l’imitazione di Saviano, che in quel momento lì era intoccabile. Oggi non è più così, è difficilissimo far ridere senza risultare banale, scontato”.

Il mattatore ha regalato ancora qualche piccolo spoiler alla stampa: “Ci sarà la storia di una signora che voleva adottare una famiglia ucraina, ma era disperata perché erano finite: alla onlus le avevano detto che erano rimaste solo quelle siriane. È quell’ipocrisia un po’ borghese che ci ha pervasi a febbraio”. Così come ci sarà “una famiglia arcobaleno che adotta un bambino in un orfanotrofio di Predappio” e “il tema dell’integrazione affrontato con il punto di vista di Mendel, padre della genetica”. Poi toccherà le corde più intime e si sbilancerà con amara ironia sul conflitto in corso, portando in scena “un Putin inedito, tra una citazione del Grande dittatore di Chaplin e il dialetto bitontino, o meglio un grammelot tra gli accenti pugliesi di provincia che assomiglia al russo”. E ancora si parlerà di donne, ed in merito a questo Zalone ha detto che lo farà “con una parte di sano maschilismo, perché abbiamo al Governo una donna e il pubblico apprezza tantissimo”. In merito al nuovo esecutivo il comico non si è sbilanciato: “Non ho visto la tv, preparavo lo spettacolo. Di Giorgia Meloni mi ha colpito positivamente la capacità di comunicazione”.