Si chiude con successo “Simple Future”, la personale di Antonio Ottomanelli a Bari, curata da Francesco Zanot e prodotta da Spazio Murat. Sono oltre 1000 i visitatori registrati dal 24 febbraio al 26 marzo con una media di circa 50 persone al giorno. Una selezione del lavoro di Ottomanelli fino a oggi: un’installazione mobile e 16 opere fotografiche, frutto di una ricerca sempre in divenire che indaga le incongruenze, le storture, le evoluzioni dello spazio pubblico gettando uno sguardo sul futuro prossimo, attraverso la prospettiva multipla dell’architetto, dell’attivista, dell’artista che si è sempre concentrato sulle contraddizioni della contemporaneità. Alcune di queste opere prodotte da Spazio Murat a breve saranno protagoniste in nuove esposizioni nazionali e internazionali.

“Siamo molto felici del riscontro di pubblico e della risonanza che questa mostra ha avuto – spiega Giusy Ottonelli, coordinatrice di Spazio Murat – Le scuole sono state una presenza costante, abbiamo sentito molto la responsabilità di parlare agli studenti e alle studentesse attraverso l’arte delle conseguenze della guerra e dei conflitti. In fondo è proprio questa una delle missioni di Spazio Murat: rendere più accessibile l’arte, che ci aiuta a leggere la nostra società e il nostro presente. Vogliamo investire su progetti destinati soprattutto sulle nuove generazioni e ampliare la nostra collaborazione con le scuole”.

“Questa personale ha un valore differente rispetto alle mostre fatte in altre città. Insiste sugli intendimenti, i fatti, gli ecosistemi che sono alla base della mia ricerca. Questa mostra è nata in un momento in cui bisogna ritornare a riflettere sui concetti di conflitto, di spazio pubblico, di libertà individuale e di sicurezza pubblica. Il conflitto è una dimensione permanente del nostro tempo e bisogna analizzarlo con lentezza e autenticità, la fotografia è un mezzo. Ritraggo gli spettri del presente con cui bisogna avere la capacità di vivere. Esprimo la necessità di un percorso sul contemporaneo, di educazione della sguardo: quello che possono fare gli artisti è esprimersi fisicamente con il fare. Questa mostra è stata un’azione importante rivolta a tutta la cittadinanza. Usare lo spazio del contemporaneo come militanza. Uno spazio di riscrittura ideologica, il contemporaneo è una cassetta degli attrezzi utile ad orientarci nel nostro tempo ed è il messaggio che porta questa mostra”, spiega Antonio Ottomanelli.

L’installazione Simple Future è stata commissionata dalla fondazione VAF in occasione del premio biennale a cui Antonio Ottomanelli è stato invitato a partecipare. La premiazione si terrà a Kiel. Le opere selezionate faranno poi parte della collezione permanente esposta al Mart di Rovereto. L’opera è stata realizzata grazie alla collaborazione con STIIMA – CNR, Institute of Industrial Technologies and Automation.