Gaudiano, classe ’91, arriva dalla Puglia ed è il vincitore, tra le nuove proposte, dell’ultimo Festival di Sanremo. La sua canzone travolgente dedicata alla perdita del padre ha incantato tutti, che ha portato tutti a riconoscersi nei suoi versi e non solo chi ha vissuto  “il dolore dell’assenza”. Ma la kermesse sanremese è ormai alle spalle e così la gioia e la soddisfazione, ora bisogna guardare avanti come l’artista stesso ci ha confidato, in mente solo il disco ed il tour che toccherà Milano e Roma.

Ciao Luca, come stai?

Io sto bene, è un periodo veramente bello, non posso che essere felice rispetto a quando ci siamo sentiti l’ultima volta, diciamo che le cose sono andate veramente nel verso giusto

E’ stata una vittoria importante, avevi dei concorrenti oltremodo validi

Si, gli altri erano tutti fortissimi, tutti artisti con i quali io ho legato anche a livello umano,  con i quali io non ho percepito più di tanto la sensazione di competizione agonistica, siamo veramente saliti sul palco tutti insieme per fare il migliore spettacolo possibile, il migliore che potessimo garantire con le nostre canzoni.  Forti loro, ognuno credeva tantissimo nella propria canzone ed io ce l’ho messa tutta e devo dire che mi è andata bene!

La vittoria tra le nuove proposte a Sanremo va a premiare anche un lavoro che dura da tanto tempo, quando ci siamo sentiti eri giustamente un po’  teso, poi hai passato il primo turno per poi arrivare in finale e vincere, te lo aspettavi?

Io non ero poi così tanto nervoso, ero in verità rilassato e concentrato sulla mia performance, avevo tutto sotto controllo, le prove erano andate bene e la canzone ha sempre parlato per me. La canzone, è sempre stata davanti al centro della questione, la cosa che più mi interessava era che arrivasse sul palco il messaggio che volevo portare,  al di la di quello che poteva essere il percorso verso la vittoria, mi interessava che le  persone si sentissero in qualche modo confortate, specialmente quelle che hanno vissuto la mia stessa storia in prima persona o indirettamente, come me e mio padre,  e questa è stata la mia più grande vittoria, essere arrivato, fino all’ultimo momento, fino all’ultima occasione, per poterlo dire,  per poter lanciare un certo tipo di messaggio

Credo che essere arrivati li è stato di per sé un grande successo per te. Nel momento in cui ti hanno consacrato cosa hai pensato, come ti sei sentito?

Ho sentito quella sensazione di essere riuscito a portare a casa un grande risultato, una sensazione che ti pervade, che ti fa sentire in qualche modo vincente ma soprattutto orgoglioso del fatto che sono riuscito a mettere la ciliegina sulla torta e che potesse essere incoronato un percorso cosi difficile, così arduo , lastricato comunque di tantissimo impegno e tantissimo sacrificio, un percorso che parte da molto lontano e alla fine siamo arrivati fino a Sanremo. Ora non credo sia il momento di guardarsi indietro anche se la mia carriera è appena iniziata ed è un ottimo risultato

Vincere con questo pezzo credo abbia dato un significato diverso al premio, ha una valenza diversa,  un pezzo dove hai parlato di te, dove hai messo a nudo te stesso ed i tuoi sentimenti

Si, credo di aver fatto questa scelta proprio perché noi cantautori abbiamo un compito, una missione, metterci a nudo e dimostrare tutta la vulnerabilità della nostra vita, della nostra storia, per fare in modo che le persone possano riconoscersi nelle nostre storie nelle nostre canzoni e trovare in qualche modo conforto in quelle che sono le proprie vite, ma anche semplicemente sentirsi chiamati in causa, rispecchiarsi in una canzone non solo come la mia che ha un taglio tendenzialmente drammatico, ma anche in una esperienza felice. Credo che la musica abbia questo potere, di essere un po’ la amalgama che fa circolare in corpo le endorfine, che ci attiva,  noi la associamo alle cose più belle delle nostra vita credo che  noi cantautori abbiamo questa missione, metterci a nudo davanti a tutti per dare agli altri la possibilità di ritrovarsi dentro di noi

Hai affrontato anche un altro problema in questa edizione di Sanremo, una strana edizione,  perché hai cantato senza pubblico, come è stato non avere la risposta diretta della gente?

E’ stato sicuramente singolare, credo che ognuno abbia avuto la sua personalissima sensazione,  io ero arrivato sul palco preparato, preparato dalle prove, dalla mentalizzazione del momento, di tutto quello che avrei proiettato su quel palco, ero già tarato su un altro livello di comunicazione come credo abbiano fatto gli altri, si sono rivolti, cosi come me, direttamente al pubblico a casa, hanno cercato credo, come ho fatto io, di entrare in comunicazione strettamente con la gente a casa. Attraverso le telecamere bisognava sicuramente tarare l’asticella emotiva su di un livello molto più alto perché per  arrivare fino a casa bisognava superare  gli schermi

Mi parlavi prima della vita da backstage, hai legato molto con gli altri cantanti in gara, ma con i “big” come è andata?

C’è stata pochissima interazione con i “Big” perché noi arrivavamo sul palco per cantare due canzoni prima della nostra esibizione e passavamo il tempo nella “red room” dove noi eravamo solitamente all’inizio della puntata. Eravamo solo noi dei “giovani”, delle nuove  proposte e andavamo via subito dopo l’esibizione quindi non c’era tantissima possibilità di interagire, soltanto l’ultima serata e poi il giorno dopo a Domenica In. Quando avevo già vinto, tra la serata dei big e Domenica In ho avuto modo di scambiare qualche parola con qualcuno, ho incrociato Ghemon, La Rappresentante di Lista, Madame, Ermal, il giorno della finale anche Diodato. Ho avuto la possibilità alla fine di incrociare parecchi di loro ma per pochissimo tempo, per un breve saluto, perché la possibilità di comunicare era veramente ridotta a causa del protocollo

A parte lo stordimento della vittoria, mi dicevi che giustamente bisogna guardare avanti, quindi ora cosa accade?

Ora bisogna continuare a lavorare a testa bassa perché c’è un disco da produrre, c’è sicuramente un’uscita prima dell’estate stiamo cercando tra le produzioni di capire i tempi, stiamo chiudendo le pre-produzioni. Sono molto contento del lavoro svolto e che sto facendo insieme a Francesco Cataldo, il mio arrangiatore che è pugliese come me, di Casamassima per essere precisi, se lo contendono due o tre paesini (ndr ride!). Stiamo facendo un buon lavoro in studio, sono molto contento e poi c’è la progettazione di quelle che saranno lo spero le prime due date del progetto Gaudiano, il 21 novembre a Milano ai Magazzini Generali e il 25 di novembre a Roma a Largo Venue.