Da anni la città di Monopoli ha fatto del mare la risorsa da cui sviluppare il suo turismo balneare; ma questa volta ha deciso di puntare sulla destagionalizzazione e sulla valorizzazione del patrimonio culturale locale, che annovera fra i suoi beni il Castello di Carlo V. E’ proprio sul mare, sul piccolo promontorio di Punta Pinna, che si colloca la fortezza spagnola, posizione strategica che la rende il contenitore culturale più prestigioso di tutta la città. Ma strategica è soprattutto la scelta di allestirvi una mostra dedicata a un pittore come il surrealista Joan Mirò, fra gli artisti più rappresentativi e influenti delle avanguardie del XX secolo. Un evento che celebra l’energia creativa del maestro catalano, attraverso un’antologia di 90 opere, divise in 4 serie litografiche realizzate tra il 1948 e il 1974.

Mirò nasce a Barcellona nel 1893 da una famiglia di artigiani e fin da bambino eredita quella propensione alla manualità tecnica che negli anni quaranta gli consentirà di dedicarsi alla grafica. Le tavole esposte, realizzate dal pittore per quattro libri d’artista, sono il risultato del profondo legame che Mirò intrecciò con i principali letterati del secondo dopoguerra. Le illustrazioni che nascono da questi sodalizi, famose per essere tra le litografie più importanti di tutto il ‘900 e raramente esposte al pubblico, testimoniano come Mirò abbia rinnovato il concetto di libro d’artista, creando un inedito rapporto tra immagine e parola. Non solo infrange le sistematiche regole tipografiche con una rappresentazione del testo che si pone in linea con il processo tipicamente surrealista di scrittura automatica, ma compie un ulteriore passo in avanti donando nuova linfa al colore.

Nelle opere esposte Mirò riesce a far interagire immagine e narrazione, eppure testo e scrittura mantengono una propria autonomia, vivendo ciascuno di vita propria. Sembra quasi che siano i cromatismi, la forma e il tratto a dominare sulla narrazione poetica. Ormai in una fase matura del suo stile e in possesso di una sapiente padronanza della tecnica litografica, l’artista spagnolo accosta colori primari e secondari, trasformandoli prima in linee curve, poi in forme più o meno definite che assumono la consistenza della pittura ad olio. Macchie che appaiono liquide, raggrumate, corpose o pastellate che restituisco all’elemento cromatico una resa quasi materica.

E’ forse la sua produzione meno conosciuta, dove Mirò sperimenta un modo tutto nuovo di dipingere, in cui utilizza la parola, raggiungendo una perfetta sintesi. Merito di un certo equilibrio compositivo è anche il fascino che subì dalla cultura orientale e da quella grafia giapponese che richiama quando stilizza il mondo vegetale e il corpo umano. Il segno diventa simbolo, il simbolo di una poetica grafica libera e fresca, che rappresentava quel codice espressivo che Queneau definì “Miroglifici”, e che nel 1954 lo portò a vincere il Premio internazionale per la grafica alla Biennale di Venezia.

“Joan Mirò. Opere grafiche 1948- 1974”
Organizzata da Sistema Museo e curata da Andrea Pontalti
Al Castello di Monopoli fino al 15 luglio 2018

ORARI DI APERTURA
Aprile/maggio
Da martedì a domenica e festivi 10.00- 13.00/ 15.00- 21.00
Giugno
Tutti i giorni 10.00- 13.00/ 15.00- 21.00
Luglio
Tutti i giorni 10.00- 22.00

BIGLIETTO D’INGRESSO
Intero 6 euro
Ridotto A 4 euro
Ridotto B 2 euro

INFO
0744 422848
www.mostrepuglia.it