Me l’ero persa, questa produzione particolare, nel 2014, allorchè in primavera di quell’anno aveva debuttato per il Festival pianistico del Conservatorio Piccinni alla Vallisa di Bari. Mi riferisco al concerto “da un dito a…18 pianisti su un pianoforte solo”. Angela Montemurro, le cui composizioni e trascrizioni sono sempre a dir poco interessantissime, aveva messo su per 17 suoi allievi, più se stessa, una serie di trascrizioni di brani celeberrimi appunto per piano da un dito a 36 mani come da titolo.

Mi era spiaciuto non avervi assistito, ed il dispiacere era cresciuto, allorchè mi ha raggiunto la notizia ad ottobre del 2014 che quella performance aveva conquistato il Guinness World Record, più comunemente noto come il Guinness dei primati.

La stagione adelfiese dell’Eurorchestra, diretta artisticamente da Francesco Lentini ed Angela Montemurro, ha sanato questa mia lacuna. Ho potuto assistere così ad una doppia prima assoluta, all’inaugurazione della stagione, che è ad un tempo la prima manifestazione assoluta di questa iniziativa. Due inaugurazioni in un colpo ed in più recuperare una manifestazione persa a cui tenevo.  Non due piccioni con una fava, ben tre: un Guinness anche per me?

Ad esibirsi gli “Angela Montemurro 18 piano Heroes”, che non sono sempre gli stessi. Ogni volta che si replica qualcuno viene meno e dev’essere sostituito. Il vero eroe, anzi la vera eroina della serata: Angela Montemurro. Non solo per le splendide trascrizioni, per la scelta del repertorio da manuale dell’arte di far divertire con la musica colta, seria, ma non seriosa. Eroina, perchè seduta lì su di uno sgabellone vicino al piano per tutta la durata del concerto, afflitta da un lancinante dolore al fianco. Non una smorfia di dolore, non un accenno: professionismo al 200%, lo spettacolo deve proseguire. Solo alla fine della serata si è capito, a sipario chiuso.

Serata divertente, gradevole, scorrevole, ma all’insegna di esecuzioni esemplari che mettono in luce quanto possa essere variegata l’esecuzione. Così si è passati dal Mozart eseguito da un Michael David Patscot, La tartina di burro, valzer ad un solo dito, musicista di una potenza di suono impressionante, alla Polacca in do minore di Choin eseguita da un autentico enfant prodige: Vincenzo Francesco (in arte Chicco) De Angelis. Suono delicatissimo, tecnica esemplare da pianista in carriera scafato, da rimanere a bocca aperta.

Ma se i primi due sono stati fantastici, meritano tutti il plauso e la mensione: Maria Giovanna Piccininno, Maria Teresa Ciervo, Annarita Galantucci,Niccolò Landriscina, Annamaria Fortunato, Rebecca Ventrella, il cui slancio in Schumman è stato apprezzatissimo, Yu Zhou e Wu Han, che oltre che brave hanno dato un tocco di universalità che non guastava. Bravo anche la news entry Michele Tanzella.

Sicuramente ne ho saltato più di uno, anche perchè qualche sostituzione è stata anche dell’ultimo minuto. La serata è stata introdotta e condotta da Francesco Lentini, puntuale e simpatico, come di consueto. Vedere sistemarsi intorno ad una sola tastiera 18 pianisti è un’affascinante esibizione circense.

Unica nota dolente: pubblico scarso. Certo, chi non c’è stato si è perso una bella occasione, ma non basta, non ci consola, occorre non scoraggiarsi e cominciare l’opera di penetrazione capillare nel territorio, magari con una comunicazione adeguata. L’amministrazione comunale se ne faccia carico! Non perda questa perla!