Il nuovo e atteso album di Tiziano Ferro è disponibile già da qualche giorno, ovunque. Preannunciato diversi mesi prima, già la copertina mi aveva colpito per la fantasia compositiva di Los Angeles, capitale dell’intrattenimento. L’idea di usare il carattere – dicasi font per i nerd – della scritta più famosa del mondo, Hollywood, non sembra proprio l’idea più originale in assoluto e ancora sto cercando di capire il perché di una copertina così filo-americana. Forse perché il sogno a stelle e strisce fa vendere di più? O forse per gli innesti in lingua inglese che si trovano lungo il cammino e per il sound a tratti filo-americano? Peccato che l’inglese suoni spesso un po’ troppo italiano nelle bocche dei nostri cantautori, del resto così come un americano ha serie difficoltà ad affrontare la lingua di Dante. Ad ogni popolo il suo.

Il Mestiere della Vita contiene tredici tracce prodotte magistralmente dal formidabile Michele Canova, già produttore dei più grandi artisti italiani. Sua la canzone L’Amore Esiste cantata da Francesca Michielin, che io considero un vero capolavoro electro-pop, fresco e luminoso. L’album di Tiziano (ed ecco che chiamandolo così non solo faccio prima, ma mi ingrazio anche i suoi fan) fortunatamente non è il solito tradizionale album pop italiano. Anzi, lo è.

Conserva la morbidezza e il profilo semplice del genere italiano più famoso all’estero (insieme all’opera lirica), ma riesce anche a rinnovare arrangiamenti strumentali con sobrie fusioni pop-electro. Dopo un ascolto fatto in studio, devo dire che il risultato è una serie di brani variegati che suonano magnificamente, ricchi di energia e dinamismo, anche se purtroppo non sempre felici dal punto di vista compositivo. Insomma, una ottima produzione che sicuramente incontrerà i favori del pubblico globale e spero anche di tutti i fan.
Epic, come dice il titolo stesso, è un brano di impronta cinematografica, una felicissima fusione di pop italiano e sound hollywoodiano preso in prestito dalla trailer music. Non mi meraviglierei di ritrovare questo brano in qualche promo Marvel Studios.

Le prime tracce sono destinate a contenere i brani sui quali l’etichetta punta maggiormente per il successo radiofonico e di vendite. Qui ritroviamo i migliori brani: “Solo” È Solo Una Parola, Il Mestiere Della Vita (da cui il titolo dell’album) e Valore assoluto che racchiudono tradizione unita a elettronica fresca e attuale, costruita da mano esperta e con ottimo gusto.
Ahimè, un elemento che mi provoca un certo risolino è la canzone Lento/Veloce, con quell’incipit del ritornello “L’estate è tornata” che annienta la strepitosa strofa etnica con la quale invece esordisce. Un exploit piuttosto strano, incomprensibilmente banale.
Il nono posto dell’album è dedicato alla “classica” ballata italiana, Potremmo Ritornare, traccia riuscitissima, dal profilo melodico e impianto strumentale semplice ed efficace adatto a quel pubblico che va ai concerti per cantare assieme all’artista preferito.

Tra le ultime tracce, Casa E’ Vuota e La Tua Vita Intera sono quelle che hanno catturato di più la mia più recondita attenzione di compositore/produttore, in quanto più ardite come elettronica ed effetti. Bilanciate ed innovative, le consiglio praticolarmente all’ascoltatore che chiede di più della solita melodia. In particolare La Tua Vita Intera crea un enorme spazio virtuale grazie a vortici di soffici pad che vanno a braccetto con una parte vocale decorata da audaci suoni prolungati da dare in pasto alla catena di effetti con delay e riverberi presenti ma non invadenti, che contibuiscono alla eccellente sonorità ambient generale. Formidabile il suono di chitarra che si sente a 2’40”: mi aspettavo un assolo fatto con quella sonorità, sarebbe stato orgasmico. E l’album sarebbe finito bene con questa traccia. Senza dover andare oltre.