di Mario Da Vinci

“Il Giovane Artù” è l’ultima creatura di Teresa Petruzzelli e Nicola Scardicchio pensata e destinata al giovane virgulto della società pugliese. Si tratta di una fiaba musicale, quasi un musical “tascabile” della durata di un’ora o poco più, tempo necessario e sufficiente per raccontare, richiamare, far assaporare, ammaliare ed entusiasmare quello che sarà sicuramente il pubblico barese del domani.
Il copione è semplice e colorato, appropriato ai ragazzi ma anche seducente per gli adulti. La sceneggiatura di Teresa Petruzzelli presenta una serie significativa (quasi infinita) di validi insegnamenti che se da un lato educano il bambino, dall’altra confermano i precetti delle loro maestre e maestri, conferendo all’esperienza delle scolaresche la possibilità di richiami didattici anche dopo la calata del sipario. A questo si aggiunge il ricordo sempre vivo di quella tenda nera che si è aperta davanti ai loro occhi rivelando un mondo magico quanto professionale.
La musica di Scardicchio soddisfa egregiamente il gusto fanciullesco e si intreccia armoniosamente con copione e personaggi, soprattutto quelli che svolgono una doppia valenza narrativa (che non riporterò per non svelare lo spettacolo).
La brillante resa scenica di Marinella Anaclerio ha rispettato ogni intenzione del copione e della partitura, senza forzature, ma servendo con criterio e creatività l’intero intreccio. Il profilo di ogni personaggio è notevolmente definito e non perde mai la propria identità, ancor più è credibile seguirne le evoluzioni emozionali grazie ad un cast d’eccellenza, composto da uno spassoso e poliedrico Totò Onnis (Merlino – Arcivescovo di Brice), un brillantissimo Antonio Marzolla (Narratore – Caio, fratello di Artù), il giovane e promettente Carlo Callea (Il giovane Artù), l’incantevole e squisita Antonella Carone (Morgana) ed infine un ottimo Loris Leoci (Ettore, il padre di Artù) che ha condotto con bravura ed espressività la sottile linea rossa dello spettacolo. La giovane orchestra e il coro della Fondazione Petruzzelli hanno infine ricreato i colori necessari allo spettacolo, avvinghiando il giovane pubblico che non smetteva di curiosare all’interno del golfo mistico, prima e dopo lo spettacolo, per cercare di capire da dove provenisse la magia.

Se il piccolo e tenero ascoltatore pugliese da oggi avrà in sé il germe dell’amore per il proprio teatro, sarà anche merito della Fondazione Petruzzelli di Bari la cui gestione è doppiamente lodevole: da una parte ha dimostrato strenua resistenza nonostante le difficoltà annunciate, mentre dall’altra indirizza la propria attenzione a quello che sarà il pubblico del domani (assicurandosi così maggior vendite future). I numeri parlano da soli, descrivendo tutta l’operazione come un successo: 14500 biglietti venduti e teatro pieno per tutte le 16 recite in cartellone. Onore al merito del sovrintendente Massimo Biscardi e dell’Ufficio Scuola Fondazione Petruzzelli per la piena riuscita dell’impresa, nonché alle scuole stesse che hanno risposto positivamente all’opportunità loro offerta. Trattandosi di istituti siti in tutta la regione Puglia, è evidente che la Fondazione Petruzzelli stia ripristinando con il proprio territorio un rapporto che negli ultimi tempi sembrava finito in secondo piano.
Tali iniziative, si sa, hanno un enorme valore sociale e didattico che sicuramente ripagherà l’intera comunità, che avrà più a cuore i propri tesori e strutture destinate all’arte e all’opera. In un periodo di difficoltà sociale come il nostro, l’iniziativa di integrare la formazione dei nostri ragazzi con autentiche dimostrazioni di arte e professionismo merita ogni tipo di sostegno.