Tratto dall’album “Relazione Complicata”, è appena andato online il video di “Ragazze stupide” nuovo singolo di Roberta Carrieri, cantante dalle origini nostrane con un bagaglio di esperienze teatrali e diversi progetti musicali. Le abbiamo rivolto qualche domanda per cercare di capire il “Carrieri pensiero”.

 

Troppo facile chiedere chi sono le ragazze stupide, forse più difficile è capire chi sono i ragazzi stupidi e se le due categorie si accompagnano o si respingono…

Le ragazze stupide della mia canzone sono quelle ragazze che “parlano e ridono troppo forte” e fanno spaventare gli uomini. Forse ragazze intraprendenti e “troppo” libere per quello a cui siamo abituati culturalmente. Per i ragazzi questa questione si pone in misura minore o forse non si pone affatto, quindi personalmente non me la sento di giudicare chi possa essere stupido o meno, anche perchè il mio “stupide” è inteso in senso affettuoso e compartecipe visto che anch’io sono un po’ “stupida”!

Sulla differenza tra mondo maschile e femminile sì è speso un mare di inchiostro. Sul filo dell’ironia, circolano in rete centinaia di vignette che raccontano una sorta di “guerra dei sessi”. È proprio così che deve essere il rapporto, questo continuo amore-odio?

Alcune di queste vignette rappresentano luoghi comuni o stereotipi, a mio avviso. Nessuna guerra per me tra i sessi. Infatti nella mia storia personale ho sempre avuto tantissimi amici uomini e un rapporto sereno con l’altro sesso. L’ unica guerra che eventualmente posso considerare è quella nel mondo del lavoro e, nell’ immaginario collettivo, la guerra che la donna quotidianamente fa per ritagliarsi un’ identità fuori appunto dagli stereotipi che la televisione e i media in generale continuano ahimè a diffondere. Quindi non la considero una guerra tra sessi ma una guerra culturale collettiva che tutti dovremmo affrontare come persone al di là dell’ essere maschio o femmina.

Sei stata recentemente a Bari per un concerto, andato molto bene, a Storie del Vecchio Sud, locale storico che con la sua atmosfera “politica” e universitaria ben si adatta al tuo look piercing e capelli bicolore. C’è un posto in cui la tua immagine potrebbe farti sentire fuori luogo?

Storie del vecchio sud è un posto che adoro, è la culla dove sono cresciuta musicalmente e quindi ci torno sempre molto volentieri, anzi faccio in modo di tornarci il più spesso possibile. E visto che parliamo di donne, Celeste, che gestisce Storie del Vecchio Sud, per me è una di quelle ragazze che “fanno paura” per la loro forza. La stimo molto. Un posto in cui la mia immagine potrebbe farmi sentire fuori luogo non mi viene in mente, se non il dentista…ah ah ah! i dentisti di solito fanno sempre un sacco di problemi quando vedono i piercing perché dicono che rovinano i denti. Per questo lo nascondo sempre prima di entrare. Forse hanno ragione però…a dire il vero non so!

Nei live spesso sei sola con la tua voce e la chitarra. La musica, o il mondo in generale se preferisci, ha bisogno di semplicità?

Sono io che ho bisogno di semplicità. Mi piace l’ idea che il mio concerto possa essere fatto anche senza impianto o senza corrente elettrica, per questo viaggio ultra leggera, senza nessun effetto, pedale, o loop station ma solo con una piccola chitarra (di taglia più piccola dello standard),un ukulele e un minuscolo accordatore a clip di quelli che si mettono sul manico. A volte infatti mi è capitato, anche per scelta, di cantare e suonare a voce nuda. La trovo una cosa molto intima tra me e il pubblico, nel senso che non avendo alcuna barriera tra me e loro, li sento più vicini.

Anche il tuo sito internet è piuttosto minimal, poco di più oltre al player per ascoltare le canzoni, però c’è la versione in inglese: l’Italia ha ancora bisogno di essere tradotta per farsi capire?

Il mio sito ha la versione in inglese perché suono spesso all’estero e ho un pubblico fuori dall’Italia che mi segue. In realtà quando suono all’ estero canto le mie canzoni in italiano. Se cantassi in inglese o francese probabilmente non sarei credibile. Quindi no, secondo me l’Italia non ha bisogno di essere tradotta per farsi capire. Comunque, come avrai capito, l’essenzialità è una mia cifra stilistica in alcuni casi e Lucia Meazza (www.unoduedesign.com) che cura il mio sito, non a caso, è molto in sintonia con questa idea.

Per chiudere con le note: il tuo album si chiama Relazione Complicata, in che rapporto sei con la musica, vorresti qualche volta poterne fare a meno?

Cantare è la cosa che mi fa sentire meglio al mondo. Perché farne a meno?