Altro che apertura al mondo della cultura e coinvolgimento degli addetti ai lavori. I giochi per la nomina del presidente e del sovrintendete della Fondazione Petruzzelli sembrano essere già chiusi. Nel teatro barese, si sa, anche i muri hanno le orecchie e non è difficile sapere ciò che succede, persino durante i faccia a faccia privati. Le inchieste di questi mesi ne sono la prova. Nella seconda recita del Falstaff qualcuno ha ascoltato le parole sussurrate sottovoce e visto le strette di mano tra il ministro Massimo Bray, il direttore dello Spettacolo dal Vivo del Mibac Salvo Nastasi, il commissario straordinario uscente Carlo Fuortes, il sindaco di Bari Michele Emiliano e l’assessore regionale alla Cultura Silvia Godelli.

Tra un piatto di crudo e uno di patate riso e cozze sarebbe stato chiuso l’ennesimo accordo alla barese. Michele Emiliano – che recentemente aveva dichiarato la sua disponibilità ad avviare un confronto sui nomi dei vertici della Fondazione – sarebbe il nuovo, “vecchio” presidente. Il posto da sovrintendente, invece, toccherebbe a un uomo vicino a Sel. Sinistra ecologia e libertà in questo modo confermerebbe un’abilità senza pari a monopolizzare la cultura, non solo pugliese (vedi i fatti recenti della Fondazione lirica cagliaritana e in Puglia: Pugliasound, Puglia Promozione, Apulia Film Commission e poi alcuni curiosi gemellaggi tra Teatro Pubblico Pugliese e Petruzzelli).  Su una cosa, però, Emiliano, in quella riunione organizzata dalla Fedac nell’Ufficio del suo Capo di Gabinetto, è stato coerente. “Sul Petruzzelli – aveva detto – io e il presidente Vendola non litigheremo mai più”. Il nome individuato per il sovrintendente sarebbe quello di Ninni Cutaia, ex direttore generale dell’Ente Teatrale Italiano, ora molto ben pagato dirigente del ministero dei Beni Culturali.

Chi è Cutaia? Nato nel 1959 a Catania, è stato nell’organico dell’Eti dal 1990 e ha rivestito il ruolo di dirigente amministrativo prima e quello di dirigente della programmazione nazionale poi. Nel 2002 ha assunto l’incarico di direttore del Mercadante – Teatro Stabile di Napoli. Cutaia è stato a capo dell’Eti fino a quando l’ente è stato abolito con il Decreto Legge n. 78 del 31 maggio 2010:  “Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica”.  I compiti e le attribuzioni dell’Eti sono passati a quel punto alla Direzione Generale per lo Spettacolo dal Vivo del ministero dei Beni Culturali, ora diretto da Salvo Nastasi, anche lui a Bari durante la seconda recita del Falstaff.

Certo, potremmo sbagliare, ma questa scelta a nostro avviso avrebbe un fastidioso odore di stantìo. Con tutti gli scandali che hanno riguardato il teatro ci saremmo aspettati una scelta più coraggiosa, di maggiore rottura con il passato, recente e remoto. Certo, potremmo aver origliato male, succede quando si gioca al telefono senza fili in mezzo a centinaia di persone, avete presente? Se, invece, il nostro corvo avesse gracchiato il giusto, aspettiamo ansiosi i motivi di questa scelta che, ovviamente, non è elettorale.