È andata in scena la quarta serata di selezione di Una voce da Pub, il contest ideato dal Joy’s Pub di Marco Protano, in cerca della voce ideale per le serate da trascorrere sorseggiando birra con gli amici. Altri quattro sfidanti si sono contesi il favore del pubblico e il giudizio della giuria tecnica formata, come sempre finora, dall’insegnante di canto Rossella Antonacci, dalla giornalista musicale Luciana Manco, dal chitarrista Giuseppe Capasso, dal bassista Antonio Cariddi, dallo speaker Carlo Chicco e dal sottoscritto.

Ad avere la meglio su tutti è stato Roberto Catalano, la sua voce potente ha sicuramente impressionato. Di certo non è stato facile per la giuria scegliere, come dimostra quanto tempo è stata riunita prima di deliberare. Per Caterina Cavallone, Mattia Antonio Bianco e Monica Macchia, gli altri cantanti in gara, si apre la strada del voto popolare.

Dovranno contendersi i like di quanti andranno sulla pagina facebook del Joy’s per vedere i video pubblicati. Insieme a Roberto, passa ai quarti di finale Celeste Corrado, sostenuta dalla giuria popolare per l’esibizione della selezione precedente. Un passaggio di turno non scontato, se si considera il numero di voti ricevuti online da Antonio Buono. Evidentemente, Celeste deve aver avuto la meglio tra le schede compilate al Joy’s, segno che la gara non termina dopo la performance ma dura una settimana.

Fin qui, la cronaca.
Dicevamo in apertura, esternare il proprio pensiero aiuta. Lo abbiamo volutamente fatto nel precedente capitolo di questa rubrica, per provare a scuotere alcuni concorrenti in gara e i loro amici. Qualcosa è successo. Lo dimostra la sportività manifestata dai supporter di Caterina Cavallone, che hanno fragorosamente applaudito la performance di Monica Macchia.

Per quanto si tratti di una gara, e in palio ci sia qualcosa da vincere, riconoscere la bravura e i meriti altrui fa parte di questa competizione, è lo spirito che sempre auspicano sia il Joy’s sia la giuria tecnica. Non è un caso se il regolamento prevede di esprimere un voto per tutti i cantanti in gara, e non solo per i propri amici.  Altro elemento molto apprezzabile, incontrare alle selezioni cantanti che si sono già esibiti o che devono ancora cantare (ci piacerebbe sapere che fine hanno fatto alcuni di loro che non sono stati ammessi ai quarti e che potrebbero ancora accedervi tramite i ripescaggi, ma questo è un altro discorso). Avanti così allora, vale per tutti.

Quello che proprio non ci è piaciuto è stato constatare che alle 21:30, orario d’inizio della competizione, almeno due dei concorrenti non erano presenti all’interno del Joy’s, costringendo pubblico ed avversari ad aspettare. Non ci siamo, non è giusto, così proprio non va. Per essere trattati da professionisti, bisogna comportarsi da professionisti.
Il rispetto professionale non è per forza dovuto, lo si guadagna sul campo.

Gianluca Lomuto

Fotografie Giovanna Mezzina