“Aggiungi un Paese a tavola”, iniziativa tenutasi presso la galleria d’arte Ekoinè di Bari, ha infatti bissato il successo dello scorso anno, radunando un gran numero di comunità di immigrati, che con i prodotti culinari tipici delle rispettive nazioni d’origine hanno condiviso un momento di profonda  integrazione culturale, che acquista notevole importanza nel corso della settimana delle antidiscriminazioni razziali.
“Aggiungi un Paese a tavola”, che si è svolto in contemporanea in altri quattro centri del Sud d’Italia, ha annoverato la partecipazione di una rappresentanza regionale dell’UNAR, l’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali con il quale l’Adoc collabora in questa battaglia con l’apertura di un apposito sportello presso la propria sede a Bari, in C.so A. de Gasperi n. 270.
“Il cibo – ha spiegato dichiara Leopoldo Saracino, del direttivo regionale dell’Adoc Puglia – rappresenta, storicamente, il momento di aggregazione per eccellenza, in cui l’uguaglianza tra gli esseri umani non è in discussione. Ecco perché abbiamo scelto la tavola per mettere a confronto diverse realtà, esperienze a volte contrastanti, ma che mirano tutte alla medesima direzione: quella di un difficile, complicato, ma possibile processo di integrazione nel nostro Paese. Del resto, da molte ricerche è emerso come nei territori meridionali sia tutt’altro che elevato il livello medio di conoscenza dell’altro, inteso come altra cultura, altra visione della quotidianità e della vita. Conseguente, quindi, l’idea del cibo, con tutti i significati di cui viene caricato, che rappresenta forse la fonte più feconda dell’identità di un popolo”.

(Comunicato dell’Ufficio Stampa UIL)