In Germania, i frequentatori delle biblioteche superano gli spettatori delle partite del campionato di calcio. In molti Paesi, le biblioteche sono considerate servizi indispensabili alla costruzione di una coscienza civica, fondata sulla centralità dell’istruzione. Esse costituiscono dei presidi di democrazia. In Italia, il sistema bibliotecario è in ginocchio, vessato da una profonda crisi economica e, soprattutto, da scelte politiche poco lungimiranti e guidate dalla sola logica del “taglio”.

Nella nostra regione, la situazione non è certamente più rosea, così, l’Associazione Italiana Biblioteche, (l’Aib) ha promosso un’assemblea pubblica che si è tenuta ieri pomeriggio, a partire dalle 16, nella biblioteca Ricchetti , in via Sparano a Bari. L’incontro è nato per sensibilizzare il pubblico ai problemi che il patrimonio bibliotecario e archivistico italiano stanno attraversando e per lanciare l’appello “La notte delle biblioteche”, cui hanno aderito anche il Forum del Libro, l’Associazione Bianchi Bandinelli, Generazione TQ e i Presidi del Libro, con il sostegno di IFLA (International Federetion of Library Associations and Institutions) e di EBLIDA (European Bureau of Library, Information and Documentation Associations.

All’incontro hanno preso parte diverse personalità del mondo della conoscenza, fra le quali Waldemaro Morgese, guida della sezione pugliese dell’Aib, che ha moderato l’incontro e il professor Luciano Canfora. Il docente ha evidenziato la mancanza di una strategia organizzativa, da parte delle istituzioni locali, per incrementare le occasioni di fruizione della Biblioteca Nazionale di Bari, la Sagarriga Visconti Volpi, che ora si trova nella Cittadella della Cultura, in una zona decentrata e senza un adeguato sistema di collegamento urbano. Quando fu spostata la sede della Bibliothèque Nationale, fa notare Canfora, il governo francese si preoccupò di creare un’apposita linea di metropolitana che permettesse ai fruitori di continuare ad utilizzare la loro biblioteca.

Rosa Martucci, bibliotecaria della Sagarriga Visconti Volpi, risponde che certo non è l’assenza di un adeguato sistema di collegamenti l’unico punto debole della biblioteca che gestisce e sottolinea che inizialmente si era pensato di tenere l’incontro proprio nell’auditorium della Biblioteca Nazionale, presso la Cittadella della Cultura. Il suo direttore, Mauro Giancaspro, ha rifiutato di concedere l’uso dei locali.  È probabile che abbia voluto evitare noie come quelle arrivate al suo collega della Biblioteca Nazionale a Roma, l’11 ottobre scorso, quando un gruppo di scrittori, bibliotecari e comuni cittadini, giunti lì per partecipare ad un’assemblea regolarmente autorizzata, si è visto l’accesso negato da un cordone di poliziotti in tenuta antisommossa venuti a bloccare i temibili “operatori della conoscenza”: l’assemblea si è tenuta fuori, all’esterno della Biblioteca.

Ieri, si è notato, purtroppo, un parterre, certo esperto, ma piuttosto “agé”: non c’erano i giovani. Del resto, sono stati in molti, fra coloro che hanno animato il dibattito, a lamentare la mancanza di rinnovamento generazionale: Maria Nardella, presidente pugliese dell’Anai Puglia (associazione nazionale archivi italiani), ha segnalato, ad esempio, che ciò che rimane della tutela del patrimonio archivistico italiano è in mano a personale “che invecchia”, senza possibilità che venga sostituito con figure giovani, che hanno intrapreso specifici percorsi di studio e che costituiscono un patrimonio di risorse non utilizzate. Di più: continuando su questa strada, il rischio che il mondo dell’archivistica scompaia definitivamente, sembra sempre più realizzabile.

Tutti i partecipanti al dibattito, comunque, hanno lamentato l’assenza del mondo istituzionale e certo pesavano, ieri, le sedie vuote in prima fila:  quelle solitamente riservate alle autorità locali e ai rappresentanti istituzionali.

Eva Signorile