Si tratta di uno spazio – sito in via Padre Kolbe, alle spalle della parrocchia “Resurrezione”, nel quartiere Japigia – che la comunità guidata da don Enrico D’Abbicco acquistò per «trasformare un luogo di morte, dove si spacciava droga, in un luogo di città e di vita, creando un contenitore per l’integrazione socio-culturale».

Venuto a conoscenza delle difficoltà economiche e amministrative dell’Abeliano, il parroco ha generosamente offerto questo spazio al gruppo diretto da Vito Signorile (nella foto), soddisfacendo la sete di conoscenza e la voglia di fare cultura rispettivamente della comunità religiosa e della compagnia teatrale. «Io ho fatto semplicemente il mio mestiere: tessere trame di comunione», ha detto don Enrico.

E come ringraziamento nei confronti dell’«apertura e della disponibilità» di quest’ultimo e dell’arcivescovo Francesco Cacucci, particolarmente attenti alle esigenze del mondo giovanile barese, tutto l’apparato del vecchio teatro (tranne qualche strumentazione) sarà donato alla parrocchia, secondo quanto deliberato dall’assemblea dell’Abeliano.

Questo, ha detto Abbaticchio, «è il segnale più bello di come insieme istituzioni, mondo cattolico e mondo laico riescono a fornire un servizio per la comunità», laddove il Teatro Abeliano è una presenza fondamentale nello sviluppo culturale della nostra città, con i suoi 42 anni di ininterrotta attività artistica.

Vito Signorile ne ha ricostruito brevemente la storia, partendo dalla costruzione del primo teatro nel 1969-70 in un seminterrato di piazza Garibaldi, di una seconda sede in viale Giovanni XXIII nel 1972 e di un terzo locale in Largo 2 giugno nel 1977, fino alla presentazione del progetto del nuovo e definitivo teatro (pronto per febbraio 2012) da parte dell’architetto e scenografo Luca Ruzza, un contenitore culturale “signorile” (è proprio il caso di dirlo) da 300 posti al costo di 750mila euro.

Il direttore artistico dell’Abeliano ha ricordato anche le tristi vicende dello sfratto del 2009 e del “vagabondaggio” per i vari teatri della città, nonché le difficoltà economiche e legislative che hanno ritardato la soluzione al problema della sede: nonostante l’impegno del sindaco e degli assessori al Patrimonio e ai Lavori Pubblici, «le leggi attuali non consentono al Comune di Bari di metterci a disposizione un suolo per una congrua durata e a titolo gratuito al fine di costruire il Nuovo Teatro Abeliano», ha detto Signorile.

Tuttavia, la speranza è che «l’Amministrazione Comunale vorrà e potrà aiutarci in altro modo, rinnovandoci la Convenzione pluriennale e sollecitando il Teatro Pubblico Pugliese a offrire più lavoro a noi e a tutte le compagnie professionali baresi», ha aggiunto. La prima parte della stagione, con la rassegna “Music & Poetry”, avrà luogo tra novembre 2011 e gennaio 2012 nell’auditorium Vallisa, mentre “Actor” e tutte le altre consuete attività di produzione e laboratorio prenderanno nella nuova sede del Teatro a partire da febbraio.

Si tratta di un’occasione importante anche per il rione Japigia, attraversato da uno sviluppo «europeo» dal punto di vista urbano, commerciale e infrastrutturale, ma ancora carente dal punto di vista delle attività culturali. A questo proposito Signorile ha auspicato non solo la collaborazione della Circoscrizione Japigia-Torre a Mare, ma anche delle istituzioni pubbliche e delle associazioni culturali della città, al fine di (ri)avvicinare al teatro una fetta quanto più grande possibile del pubblico barese.

Alessandra Morgese