L’udienza di convalida del fermo di Taulant Malaj si terrà domani mattina, mercoledì 10 maggio. L’uomo, 45enne panettiere albanese, è accusato di aver ucciso a coltellate, nella notte tra sabato 6 e domenica 7 maggio, il vicino di casa Massimo De Santis, 51enne, che riteneva presunto amante della moglie Tafta, e la figlia 16enne Gessica. Quest’ultima era intervenuta proprio a difendere la madre dall’aggressione del padre, facendole da scudo e salvandole così la vita. La donna, 39enne di origine albanese come il marito, è stata colpita con 6 coltellate tra addome e torace. Si trova ora ricoverata in prognosi riservata e potrà essere ascoltata dagli inquirenti non prima di venerdì.

L’autopsia sui corpi delle vittime è prevista per la mattina di giovedì 11 maggio. Dai primi riscontri, Gessica Malaj sarebbe stata colpita con 10 fendenti. Massimo De Santis sarebbe invece stato accoltellato 20 volte. E proprio la presunta arma del delitto, un coltello da cucina, è stata ritrovata nella vettura di Malaj. Secondo una sua stessa ammissione, avrebbe infatti avuto l’intenzione di fuggire dopo aver commesso gli omicidi.

Il racconto del reo confesso

Un giorno Massimo con la sua Maserati portò in giro mia moglie“. É questo uno dei particolari che stanno emergendo dal racconto di Malaj. L’uomo si trova in carcere da domenica e ha ricostruito la cronologia della presunta relazione che, a suo dire, ci sarebbe stata tra il vicino Massimo De Santis e la moglie Tafta. Il 45enne si sarebbe detto convinto che questa storia clandestina durasse da oltre un anno. A farla nascere sarebbe stato un incidente. Secondo le parole dell’uomo: “Da lì si sono conosciuti” e “Hanno iniziato a parlare“. Avrebbe inoltre riferito al pubblico ministero di sapere che la moglie e il vicino mangiavano insieme e di aver registrato col cellulare alcuni dei loro pranzi nonché altri incontri clandestini tra i due. Per questo motivo i Carabinieri hanno sequestrato i cellulari della coppia.

Stando al racconto di Taulant Malaj fatto nel corso dell’interrogatorio di domenica pomeriggio davanti al pm nella caserma dei Carabinieri di Foggia, nella mattina dello scorso venerdì 5 maggio avrebbe visto la moglie uscire con il vicino. Il tutto attraverso le telecamere presenti in casa. “Venerdì ho litigato con mia moglie per via di Massimo in quanto l’ho vista uscire con lui. Io ho visto tutto dalle telecamere di casa. Hanno preso un caffè insieme al bar“. Il racconto prosegue. “Venerdì pomeriggio le ho chiesto conto e ragione, ma lei ha sorvolato e ho minacciato di andarmene di casa e infatti me ne sono uscito e sono andato via“. L’uomo si sarebbe recato al lavoro al forno e di fronte ai colleghi che gli chiedevano se andasse tutto bene avrebbe risposto: “Ho detto il contrario e cioè che mia moglie mi aveva visto con un’altra donna mentre era esattamente il contrario“.

La dinamica dei delitti

Malaj sarebbe rientrato a casa il sabato mattina, secondo quanto riporta, su insistenza della moglie. Agli inquirenti racconta di averla poi vista di nuovo con De Santis nel mezzogiorno dello stesso giorno. “Erano in auto“. Nel pomeriggio di sabato la donna avrebbe accompagnato il figlio minore Leonardo a una festa e la sera i coniugi sarebbero andati a dormire tranquillamente. Malaj si sarebbe svegliato improvvisamente e avrebbe trovato la moglie intenta a chattare con De Santis. A quel punto sarebbe uscito e sulle scale, secondo il suo racconto, avrebbe incontrato proprio il vicino. Ne sarebbe scoppiato un litigio. Malaj sarebbe rientrato in casa, dove avrebbe preso il coltello da cucina, col quale avrebbe ucciso De Santis. Avrebbe poi accoltellato la moglie, che si trovava in camera da letto, e in seguito la figlia Gessica, intervenuta a proteggere la madre.

Dopo gli omicidi, avrebbe registrato un video col suo telefono cellulare, riprendendo i corpi straziati delle vittime. Proprio sul motivo che lo avrebbe spinto a fare anche questa scelta Malaj ha ammesso: “L’ho fatto così, non c’è un motivo particolare“. Il video è stato inviato via Whatsapp dal 45enne a un amico a Imola, il quale ha subito allertato i Carabinieri. Proprio sull’esistenza di questa testimonianza del massacro è intervenuto anche il sindaco di Foggia, Emilio di Pumpo, invitando “chiunque abbia ricevuto video e/o immagini inappropriate, a bloccare immediatamente questo tam tam di messaggi“.

L’amico imolese non è l’unico messo a conoscenza degli omicidi. Secondo il racconto rilasciato da Malaj, dopo aver ucciso la figlia e il vicino e ferito la moglie, avrebbe infatti chiamato il fratello. A lui avrebbe confessato i delitti dicendogli: “Ho ucciso mia moglie, mia figlia e l’amante di mia moglie“. Il fratello, per stessa ammissione di Malaj, non si sarebbe però recato subito a casa sua per paura. Avrebbe invece atteso l’arrivo dell’ambulanza. Agli inquirenti Malaj ha inoltre giustificato i delitti dicendo: “In quel momento avevo il diavolo in testa“.

Anche il figlio minore era nel mirino del padre

Il figlio minore della coppia, Leonardo, di soli 5 anni, era in casa al momento del massacro e avrebbe assistito a tutto. Si sarebbe salvato solo perché si sarebbe nascosto infilandosi sotto il divano del soggiorno. Le versioni sulla dinamica dei fatti sono però contrastanti. Alcune fonti riportano che nel video che Malaj stesso ha realizzato, si vedrebbe l’uomo continuare a chiedere alla moglie ferita dove fosse il bambino. “Dov’è il bambino?” avrebbe chiesto alla donna. “Non ho ancora finito. Ti uccido anche l’altro figlio“, avrebbe aggiunto l’uomo. E avrebbe continuato a cercarlo non solo in casa, ma anche nei dintorni del palazzo, quando sono arrivati i Carabinieri.

Secondo altre fonti invece, il padre avrebbe trovato il figlio minore nascosto dietro al divano. Lo avrebbe preso in braccio, decidendo in quel momento di non ucciderlo come aveva minacciato di fare poco prima. Per ricostruire l’esatta dinamica dei fatti è fondamentale quindi la testimonianza di Tafta Malaj. Il piccolo Leonardo è stato affidato nel frattempo agli zii, in attesa di poter tornare con la madre.

La versione del fratello di De Santis

Gianluca De Santis, fratello di Massimo, smentisce categoricamente la versione di Malaj. Nelle dichiarazioni rilasciate ad Ansa, l’uomo nega che ci possa essere stata una relazione tra il fratello e Tefta Malaj. “Non c’era niente di niente, mio fratello non aveva neanche modo di incontrarsi con la signora, neppure al bar dove lei veniva con le amiche a fare colazione dopo aver portato i figli a scuola: a quell’ora Massimo dormiva ancora perché lui, che nel bar faceva di tutto, dal pasticcere al banconista, chiudeva il locale la sera tardi“. E aggiunge “Massimo viveva in quel condominio da 43 anni con nostra madre ormai 80enne e vedova. I rapporti con quella famiglia erano ottimi, normali rapporti tra condomini, si salutavano e si rispettavano“. Anche con lo stesso Taulant Malaj i rapporti secondo Gianluca De Santis erano cordiali: “Ti vedeva e ti salutava, mai un litigio nulla“.

Smentisce ancora la possibilità di una relazione tra il fratello e Tefra Malaj “anche perché se avessimo pensato a qualcosa del genere saremmo intervenuti“. E aggiunge “Mio fratello era una persona riservata e disponibile, e anche se non conosceva qualcuno era pronto ad aiutarlo. Lavorava sempre: la mattina faceva il pasticcere, la sera chiudeva il bar all’una o alle due di notte e in estate ancora più tardi. Non aveva tempo di fare queste cose qui“.

Gianluca De Santis affronta poi la dinamica dell’omicidio. “La sera dell’omicidio, Massimo ha chiuso il bar all’1.27, ha accompagnato le ragazze, e poi ha trovato nell’androne di casa quella persona che ha fatto tutto quello che ha fatto“. E prosegue nella ricostruzione. “Mio fratello non aveva motivo di aspettarsi una cosa del genere, lo si capisce da dove è stato trovato il suo corpo: per prendere l’ascensore doveva andare a destra, ma il cadavere era accasciato a sinistra, ai piedi della scalinata. Quindi si era appostato e lo ha chiamato. Mio fratello, che non aveva motivo di temere nulla si è avvicinato ed è stato colpito. É stato massacrato con 21 coltellate, una alla gola e altre venti all’addome. Non aveva segni sulle braccia, quindi non pensava di doversi difendere“.

Il pensiero di Gianluca De Santis va infine alla madre. “Ora mia madre è distrutta e pensa sempre, oltre che a suo figlio, a quella povera ragazza, a Gessica. Solo pensare che una bestia l’ha accoltellata la fa stare male“. E si domanda “Ma cosa ti ha fatto, è tua figlia, sangue del tuo sangue“.