foto di repertorio

La vita di due giovani genitori baresi si è trasformata in un inferno da quando la loro bambina di 7 mesi, venuta al mondo prematura da parto gemellare a ottobre 2022 al Miulli di Acquaviva, è finita in una culla d’ospedale in stato vegetativo a causa di un’infezione da streptococco che avrebbe contratto poco dopo la nascita, poi complicata da una meningite batterica, con conseguenti importanti danni cerebrali. La coppia ha depositato in Procura una querela per capire cosa sia realmente accaduto alla loro piccola.

“Un genitore ha il diritto e il dovere di sapere perché il proprio figlio in ambiente ospedaliero, in una terapia intensiva – che dovrebbe essere un ambiente asettico -, abbia contratto un’infezione che lo ha reso disabile e privato delle possibilità di avere una vita da persona abile”. Queste alcune delle dolorose dichiarazioni rilasciate dai coniugi 30enni a La Gazzetta del Mezzogiorno. Al momento la Procura ha aperto un’inchiesta sul caso, contestando il reato di lesioni colpose gravissime; il pm Claudio Pinto, che guida l’indagine, ha disposto il sequestro delle cartelle cliniche e una consulenza tecnica, incaricando a un medico legale, un neonatologo e un ginecologo.

La storia

Ben 7 mesi fa i gemellini sono nati prematuri nel nosocomio barese e con un cesareo d’urgenza perché la mamma era in gestosi; il maschietto è stato subito intubato per una una emorragia celebrale e le conseguenze di una infezione da klebsiella. La femminuccia, invece, stava bene, la più forte tra i due, mostrava miglioramenti di settimana in settimana. Peccato che il 5 dicembre, a meno di un mese dalla nascita, tutto improvvisamente sia cambiato, la bimba ha iniziato ad avere febbre alta e a non poter respirare, così da rendersi necessario il ricovero in terapia intensiva. I medici le hanno diagnosticato “un’infezione rarissima”, ha spiegato il papà della bimba, che ha “colpito e devastato numerose aree cerebrali”. La neonata è stata poi trasferita in un altro nosocomio dove continua ad avere frequenti infezioni e crisi convulsive perché “il cervello non riesce più a regolare la temperatura corporea”, si legge nella denuncia della coppia. I genitori vogliono giustizia e capire se l’insorgenza di questa infezione e conseguente tragedia potesse essere evitata.