Dopo circa due anni dalla lite furiosa per un debito in sospeso, avvenuta tra due uomini presso una stazione di servizio IP a Racale, e cha ha ridotto in stato comatoso uno dei due litiganti, è arrivata la sentenza che conferma l’accusa di tentato omicidio.

La giudice Giulia Proto è andata oltre la richiesta di 4 anni di reclusione come invocato dalla pubblica accusa, e ha inflitto 10 anni all’aggressore. Trascorsi i 15 giorni dal deposito delle motivazioni, l’avvocato difensore dell’aggressore valuterà il ricorso in appello.

In sede di giudizio, l’imputato aveva avanzato le sue scuse, invocando tra l’altro il perdono dalla vittima e dai suoi familiari, sostenendo di aver agito senza l’intenzione di uccidere.

Tuttavia, il malcapitato in seguito all’aggressione è stato trasportato in ospedale in stato comatoso. Infatti, stando alla ricostruzione dei fatti da parte dei carabinieri, l’aggressore continuava a picchiare la vittima anche quando quest’ultimo era riverso a terra in una pozza di sangue. E’ stato provvidenziale l’intervento di un altro individuo che ha fermato il pestaggio ed evitare che si trasformasse in tragedia.

Solo qualche ora dopo, i militari della stazione locale hanno rintracciato il responsabile dell’aggressione presso la sua abitazione e, su disposizione della sostituta procuratrice Maria Vallefuoco, lo hanno condotto presso il carcere di “Borgo San Nicola” con l’accusa di tentato omicidio.

Dopo tre giorni dall’interrogatorio, la gip Laura Liguori ha concesso i domiciliari. Ad oggi l’uomo è in libertà ma con l’obbligo di presentarsi alla polizia giudiziaria.

La sentenza, in ultimo, ha riconosciuto alla vittima e ai suoi famigliari, il risarcimento del danno in separata sede.