Scene da film thriller/giallo/horror in quel di Cassolnovo, in provincia di Pavia, nella notte dell’11 gennaio scorso per probabili “dinamiche familiari” ancora da scoprire. Un 44enne di nazionalità egiziana, Mohamed Ibrahim Mansour, è stato ucciso con 3 colpi di fucile da caccia calibro 12 e un colpo di pistola calibro 9 e poi bruciato. Tragedia che tira in ballo Massimo e Claudio Rondinelli, fratelli rispettivamente di 35 e 40 anni, e il loro cognato Luigi D’Alessandro, 38enne compagno di Elisa Rondinelli, sorella di Massimo e Claudio. Gli accusati, residenti da tempo nella provincia Lombarda e originari di Tursi, in provincia di Matera, sono tutti e tre accusati di omicidio e sono stati portati ieri, 21 febbraio, in carcere su ordine di custodia cautelare emesso dalla Procura di Pavia ed eseguito dai Carabinieri di Pavia e Policoro.

Il motivo del possibile omicidio

L’unico dettaglio trapelato è che i fatti paiono essere legati a dinamiche familiari. Nella nota della Procura si fa riferimento a una figlia di Ibrahim nata dalla relazione con una delle due sorelle di Massimo e Claudio. Secondo altre fonti, diverse da quelle investigative, si tratterebbe di Daniela Rondinelli: aveva 17 anni, ora ne ha 21, quando Daniela ha partorito la figlia di Ibrahim, più grande di lei di molti anni e conosciuto quando lei era una 15enne. Un rapporto poi spezzato, nonostante la figlia, e sempre contrastato in famiglia, anche dall’altra sorella, Elisa Rondinelli, compagna di Luigi D’Alessandro, tra i tre finiti in manette per l’uccisione del 44enne egiziano.

La vicenda

La sera dell’11 gennaio, tre giorni prima del ritrovamento dei resti del corpo carbonizzato di Mansour, i soggetti arrestati avrebbero teso un vero e proprio agguato all’egiziano che si trovava nel suo luogo di dimora, un capannone industriale un tempo usato per scopi agricoli a Cassolnovo. Ibrahim Mansour è stato ucciso da almeno tre colpi di fucile da caccia calibro 12, da un colpo di pistola calibro 9 e il suo corpo è stato dato alle fiamme all’interno della vettura, già di sua proprietà, presso la frazione di Morsella di Vigevano, mentre la scena del crimine veniva completamente ripulita. In un bosco della frazione di Morsella di Vigevano, il 14 gennaio scorso i Carabinieri hanno trovato i resti carbonizzati di Ibrahim Mansour.