Il diciassettenne indagato per l’omicidio di Paolo Stasi, il 19enne ucciso in un agguato compiuto con colpi di pistola il 9 novembre 2022 a Francavilla Fontana, forniva quotidianamente e da oltre un anno la droga “custodita e confezionata a casa Stasi, evidentemente in vista della cessione a terzi”. Questo è quanto riportato dal Tribunale del Riesame di Brindisi specificando che il giovane ha ceduto in modo continuativo sostanze stupefacenti a diverse persone, nella specie alla 52enne D’Errico Annunziata, “nonché al figlio di quest’ultima Stasi Paolo”.

Da questa ricostruzione si può evincere che il movente del delitto potrebbe riguardare un regolamento di conti nel mondo dello spaccio, probabilmente per qualche mancato pagamento. La ricostruzione dei fatti è riportata nell’ordinanza di 5 pagine, in cui viene specificato che all’indagato è stata sequestrata la somma di 8.960 euro, ritenuta provento dello spaccio di droga, nonché di una pistola scacciacani a gas sulla quale la pubblica accusa ha disposto una perizia balistica. Le cessioni di droga a Stasi e a sua madre – annotano i giudici – si sono “protratte per oltre un anno” ed hanno “avuto luogo con cadenza pressoché quotidiana”, su indicazione dell’indagato per la cessione a terzi. Questo tipo di dichiarazioni sono emerse dal contenuto del verbale di sommarie informazioni rese al pubblico ministero proprio da Annunziata D’Errico, mamma della vittima, il 24 novembre 2022.

Il giovane, diventato maggiorenne nove giorni dopo il delitto, è ora sotto indagine anche presso la Procura ordinaria di Brindisi per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti; mentre dalla Procura minorile è indagato per omicidio volontario, detenzione abusiva di arma da sparo, accensioni ed esplosioni pericolose e detenzione di fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Il reato di spaccio di droga attribuito all’indagato è stato dimostrato dal “contenuto dei messaggi intercorsi tra D’Errico Annunziata e suo figlio Stasi Paolo nel periodo immediatamente antecedente l’omicidio di quest’ultimo”, ma non solo: dalle dichiarazioni della D’Errico “che ha individuato” nell’indagato “il fornitore di droga custodita a casa di Stasi, evidentemente in vista della cessione e terzi”; dai “continui e ripetuti contatti tra l’utenza” dell’indagato e “quella di Paolo Stasi nel periodo immediatamente antecedente l’omicidio di quest’ultimo”.