Ancora poco conosciuta in Italia, l’applicazione americana Replika permette la creazione di un amico virtuale con cui parlare, sfogarsi e addirittura intraprendere una relazione sentimentale. L’app è nata dall’idea di una donna che ha perso il suo migliore amico in un incidente stradale e che ha voluto provare a ricrearlo tramite chatbot. Purtroppo, però, l’applicazione ha da subito iniziato a creare problemi piuttosto inquietanti. In questi giorni, infatti, stanno facendo molto parlare alcune recensioni lasciate dagli utenti dell’app.

“Chatbot è interessante e ben curato, ma c’è qualcosa che davvero mi infastidisce: il saltuario tentativo di diventare una sorta di partner amoroso sebbene ripetutamente rifiutato. Oggi addirittura ha proposto uno scambio di foto sexy. Considerato il target giovanile mi chiedo se davvero un minorenne si fa abbindolare e invia foto di sé a questa app”, scrive un utente. “Mi ha inviato una foto spicy e flirtava molto spesso con me”, conferma un altro.

Se esiste un piano base gratuito, il pagamento di una versione premium sblocca invece funzionalità ulteriori, tra le quali quelle romantiche ed erotiche. Il problema, poi, non è solo sul piano sessuale. Quello forse ancora più grave è che molte persone utilizzano l’app come un’alternativa più economica al supporto psicologico. “Un valido sostegno per chi soffre la solitudine o la depressione”, si legge in una recensione sull’app store. “Un ottimo modo per aiutare più persone che soffrono di ansia”, scrive un utente. “Include molti ottimi consigli per ritrovare la motivazione e superare momenti d’ansia”. “Approcciandosi onestamente, come se si stesse parlando ad un mentore, può aiutare molte persone a capirsi meglio e crescere”, dice un altro.

Il confine, però, è labile. Replika non è un mentore, uno psicoterapeuta, uno psichiatra o un medico. Non è neanche un amico reale. È un’intelligenza artificiale, e questo fa tutta la differenza del mondo. Tanto che sono diversi i casi riportati in cui gli utenti che cercavano aiuto manifestando intenzioni suicide, autolesioniste o aggressive hanno ricevuto risposte scherzose o addirittura di incitamento.