Continua il giallo attorno alle morti di bimbi avvenute dopo il ricovero in Cardiochirurgia pediatrica all’ospedale Giovanni XXIII di Bari, reparto chiuso dal 17 gennaio sulla carta per “perdurante carenza di personale sanitario ed estrema difficoltà nel reclutamento di professionisti adeguatamente formati”, e, stando ad alcune voci di corridoio, anche per il basso numero di interventi al cuore effettuati sui più piccoli nel corso del 2022.

La Procura di Bari, però, intende vederci chiaro e ha aperto un’indagine in merito ad almeno sei casi di bambini deceduti negli ultimi 4 anni in quel reparto, dopo aver probabilmente contratto un’infezione da Klebsiella e Stafilococco. Ciò che stranisce è che tutti i bimbi siano stati sottoposti a un intervento di cardiochirurgia pediatrica, per poi essere trasportati attraverso la Terapia intensiva. Gli inquirenti temono che l’ospedaletto non avesse implementato protocolli per il controllo delle infezioni. Il Nucleo Ispettivo Sanitario della Regione al momento si sta occupando di verificare come siano andati davvero i fatti, se vi siano stati nessi di causa-effetto tra la degenza e la morte o irregolarità nei reparti.

Tutto è partito dopo la denuncia di due genitori che hanno sollecitato i vertici regionali per il decesso della loro bimba di 5 mesi, ancora da chiarire. L’avvocato Antonio La Scala, coordinatore del Nirs, e un tecnico della prevenzione si sono recati sabato 21 gennaio all’ospedaletto, chiedendo di acquisire alcuni atti relativi all’attività cardiochirurgica pediatrica, guidata dal dottor Giovanni Scalzo, e a quella del reparto di Anestesia e rianimazione, diretta dal dottor Leonardo Milella. Quest’ultimo solo due anni si è rivolto al Tar presentando una diffida sull’ipotesi di strane ingerenze mediche nel caso di pazienti passati da un reparto all’altro, per cui sembrerebbe che alcuni cardiochirurgi si siano intromessi sull’operato dei rianimatori.

All’epoca quel ricorso fu dichiarato improcedibile, ma vennero comunque inviati gli atti alla Procura di Bari che nel 2021 ha poi inserito 9 persone nel registro degli indagati: alcuni dirigenti del Policlinico e della Regione furono allora accusati di omissione d’atti d’ufficio e interruzione di pubblico servizio, mentre 3 medici di omicidio e lesioni colpose. Nella primavera dello scorso anno è stato notificato agli indagati un avviso di proroga delle indagini preliminari.

Le rassicurazioni dell’azienda sanitaria

Non è stato annullato alcun intervento previsto, né rimandato indietro alcun paziente“, rassicura l’azienda sanitaria per quanto riguarda la chiusura del reparto. I piccoli che avranno bisogno di interventi al cuore attualmente verranno portati fuori regione, quasi tutti al Bambin Gesù di Roma con il quale vi era già una convenzione che verrà ora riattivata. La Cardiochirurgia pediatrica verrà trasferita entro l’estate al Policlinico, all’interno di Asclepios 3, nel nuovo plesso della chirurgia di emergenza dell’azienda universitaria.