Dal 5 dicembre la Guardia Costiera è impegnata nell’operazione “Senza Traccia“, contro la pesca illegale, che ha portato al sequestro di circa 13 tonnellate di pescato in tutta la Puglia. L’operazione è stata avviata sul territorio nazionale e ha previsto numerosi controlli, sia via terra che via mare. Lo scopo era quello di individuare forme di illegalità che possano pregiudicare gli stock ittici e falsare il principio di concorrenza leale. Le ispezioni hanno anche lo scopo di vigilare sulla grande distribuzione presso esercizi commerciali, per evitare l’acquisto di prodotti non sicuri per i consumatori. Le operazioni per la regione Puglia e Basilicata hanno portato all’accertamento di irregolarità penali e amministrative: 113 sanzioni, 14 attrezzi da pesca sequestrati, 4 esercizi commerciali chiusi. Le sanzioni amministrative arrivano a oltre 180 mila euro per le 13 tonnellate di pesce sequestrato.

L’Ufficio Circondariale marittimo di Monopoli, con il personale ALS SIAV-B, ha accertato in due ristoranti diverse violazioni delle condizioni igienico sanitarie e mancato rispetto delle procedure di autocontrollo basate sui principi HACCP. In un ristorante etnico del comune di Gioia del Colle e in un ristorante cinese di Putignano, sono stati sequestrati oltre 3,5 quintali di prodotti alimentari di vario tipo ed è stata disposta la sospensione delle due attività con chiusura al pubblico. Dopo un’ispezione presso una piattaforma logistica di Monopoli è stata sequestrata oltre mezza tonnellata di prodotti ittici e alimentari non rintracciabili, e sono state riscontrate scarse condizioni igienico sanitarie che hanno portato alla sospensione dell’attività. In una pescheria di Taranto, durante gli accertamenti delle basilari norme igienico sanitarie, è stato sequestrato circa un quintale di prodotto ed è stata disposta la chiusura al pubblico.

A Bari, nell’ambito dei controlli fatti sulla banchina del molo San Nicola, è stata accertata la presenza abusiva di svariati sacchi di nylon contenenti ostriche, lasciati sul fondale marino antistante la banchina lato sud del molo, con lo scopo di mantenerle vive. Si è proceduto al sequestro di 4 quintali di ostriche, poi rigettate in mare dato lo stato vitale. L’indagine ha coinvolto anche il commercio online, condotto da una pescheria di Bari, che si serviva di un corriere privato per il trasporto dei prodotti. Il furgone è stato ispezionato e trasportava 35 colli per consumatori del Nord Italia, senza requisiti di tracciabilità, che sono stati sequestrati per un totale di 5 quintali. All’interno dell’Area marina protetta di Porto Cesareo, il personale della Capitaneria di Porto ha individuato il responsabile della cattura di 42 kg di oloturie, poi rigettate in mare, specie essenziale per la salvaguardia della biodiversità marina di cui è vietata la pesca da 4 anni. Le attività di controllo continueranno nei prossimi giorni per garantire il rispetto delle disposizioni nazionali e internazionali in materia di pesca e per evitare il commercio di prodotti illegali e pericolosi per la salute del consumatore.