Fonte: Facebook

Proseguono le indagini per sciogliere i nodi dell’omicidio del 19enne Paolo Stasi, ucciso il 9 novembre a Francavilla Fontana con due colpi di pistola sulla soglia di casa, probabilmente da un suo coetaneo o da qualcuno che conosceva molto bene. Sotto la lente dei Carabinieri al momento vi sono due ragazzi, entrambi del Comune brindisino. Si tratta di un 17enne e un 19enne, quest’ultimo amico della vittima, ancora a piede libero. I giovani sono indagati in concorso per omicidio volontario aggravato dai futili motivi e dalla premeditazione. Sembrerebbe che gli inquirenti siano arrivati a loro mediante i filmati delle telecamere di videosorveglianza che li hanno ripresi lì quella sera, proprio in via Occhibianchi, nei pressi dell’abitazione di Stasi.

Secondo i militari è probabile che uno dei due abbia sparato Paolo, mentre l’altro fosse il cosiddetto “palo”, impegnato a distrarlo. Gli inquirenti sono convinti che in realtà ci siano più persone a conoscenza di quanto accaduto e, tra queste, possa addirittura esserci chi ha incaricato gli indagati di “dare una lezione” a Paolo. Tuttavia, è stata confermato il movente, ovvero che il 19enne sia stato freddato a causa di un debito di droga non pagato, ma non da lui, in quanto il giovane sembrerebbe non facesse uso di sostanze stupefacenti. È probabile che sia addirittura un altro a dover saldare il conto. Secondo gli inquirenti Paolo potrebbe essere stato “un danno collaterale”, che doveva servire da avvertimento e monito per il vero obiettivo. L’arma usata per uccidere il 19enne non è ancora stata ritrovata.