Nella periferia di Bitonto, in via Pertini, la cosiddetta “Zona 167“, avevano creato una vera e propria fabbrica della droga, in cui era possibile acquistare cocaina, marijuana e hashish senza alcun problema. Questo è ciò che secondo l’accusa avrebbero fondato e gestito i presunti esponenti del clan Conte ora a processo con rito abbreviato. La Procura di Bari ha chiesto per gli indagati 43 condanne con pene tra i 20 e i 2 anni e 2 mesi di reclusione, tutti accusati a vario titolo di associazione mafiosa e ritenuti membri e figure di rilievo all’interno dell’organizzazione a delinquere chiamata clan Conte, ramificazione del clan Capriati di Bari.

La condanna più pesante a 20 anni è stata chiesta per Domenico Conte, detto “Mimm u negr“, considerato capo del clan, per Mario D’Elia, Francesco Bonasia, Damiano Giordano e Giovanni Palmieri. Il blitz, che poi ha portato all’arresto degli imputati, si è svolto tra Bari e Bitonto lo scorso 21 febbraio, ha visto l’impegno di 300 poliziotti. Stando alle indagini pare che l’organizzazione avesse costituito un nuovo centro di spaccio anche nel centro storico della città barese, grazie al contributo di altri individui “scissionisti”.