Le spoglie della piccola Graziella Mansi, abusata e bruciata viva a 8 anni da un branco di cinque 20enni nell’agosto del 2000 ad Andria, sono state riesumate qualche giorno fa e dal 3 dicembre riposano in una nuova dimora all’interno del cimitero cittadino, proprio all’ingresso della struttura comunale. “È venuta finalmente alla luce del sole. Ma mia figlia non è qui, in questo momento gioca ancora a Castel del Monte. E resta lì, insieme al nonno, a tutta la famiglia… e gioca, perché a lei piaceva tanto”, ha commentato con voce rotta la sua mamma Giovanna Antolino. Lo spazio è stato donato alla famiglia dal comune di Andria. I resti della piccola prima giacevano temporaneamente nel campo 9A del cimitero e da ben 22 anni aspettavano una degna sepoltura.

In memoria della bambina è stata costruita una lapide molto semplice su cui vi è scolpita una farfalla che si stacca dalla pietra per finalmente spiccare il volo. Poi la foto di Graziella e una frase: “Anima bella… librati pura nell’eterna luce. Spiega le tue ali di innocenza dove pace e amore vincono la miseria umana“. Alla seconda sepoltura hanno assistito oltre ai familiari, i cittadini di Andria, le autorità civili, religiose e militari. “Abbiamo scelto una lapide semplice come lo era lei, non monumentale. Crediamo sia il modo giusto per ricordarla”, ha affermato il sindaco Giovanna Bruno. “Da oggi chiunque entrerà nel cimitero comunale avrà probabilmente uno sguardo, un sorriso, una preghiera guardando questo luogo. Anche se quando qualcuno passerà in modo indifferente, ci sarà lo sguardo di Graziella ad accoglierlo”.

Mamma Giovanna ha ricordato come Graziella amasse Castel del Monte: “Lì faceva da guida ai turisti, le davano dei soldini e per questo era felice. Amava stare vicino al castello, voleva sempre andare lì. Per lei era tutto. Questi sono i ricordi più belli che conservo di mia figlia”. “Ricordiamo ancora oggi Graziella perché atti di violenza come questa non avvengano mai più”, ha spiegato il vescovo di Andria Mons. Luigi Mansi nel corso della benedizione della nuova sepoltura. “È una memoria che ci auguriamo sia carica di messaggi per il futuro. Basta a vicende di questo genere. Basta alla violenza e alla cattiveria che sopprimono vite innocenti”.