Giovanna Frino - fonte Facebook

“Mi rivolgo a tutte quelle persone che sentivano ogni volta le litigate di mia sorella con quel mostro… Invece di farvi i fatti vostri bastava una chiamata ai Carabinieri e mia sorella si sarebbe salvata”. Questa la denuncia via Facebook della sorella di Giovanna Frino, uccisa con due colpi di pistola calibro 9 al torace dal marito Angelo Di Lella, nella loro casa ad Apricena il 16 dicembre. Il 56enne, ex guardia giurata e, stando a quanto si dice in paese frustrato dalla perdita del lavoro avvenuta nel 2017, è stato interrogato ieri dal gip del Tribunale di Foggia.

L’uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere, non confessando l’efferato delitto. A seguito dell’interrogatorio il magistrato ha convalidato il fermo d’arresto per il 56enne accusato di omicidio volontario aggravato, confermando la sua permanenza in carcere. Secondo le prime ricostruzioni degli inquirenti pare che Giovanna sia stata uccisa dopo un ennesimo violento litigio, sfociato nel sangue. Il femminicidio si è consumato tra le pareti domestiche, mentre nella stanza affianco vi era anche una delle tre figlie della coppia. I vicini hanno raccontato di quanto Angelo fosse geloso della moglie e di come probabilmente quest’ultima avesse intenzione di lasciarlo. Al momento non è ancora stata disposta l’autopsia sul corpo della vittima.