Ieri, 15 novembre, nell’aula bunker di Bitonto è cominciata la requisitoria dei due pubblici ministeri che sostengono l’accusa, Federico Perrone Capano e Ettore Cardinali, nel processo in primo grado per il naufragio della Norman Atlantic. “Le operazioni di evacuazione sono state tutte sbagliate. La corretta esecuzione avrebbe potuto salvare tutte le persone a bordo”, questo quanto dichiarato dal pm Capano in merito al disastro avvenuto nella notte tra il 27 ed il 28 dicembre 2014 nel Mar Adriatico al largo delle coste greche, incidente che è costato la vita a 31 persone e ha ferito altri 64 passeggeri. Nella giornata di oggi sono attese le richieste di condanna. Al banco degli imputati ci sono 24 persone, oltre alla società armatrice Visemar, alla greca Anek Lines noleggiatrice del traghetto, tutti accusati a vario titolo di cooperazione colposa in naufragio, omicidio colposo e lesioni colpose plurime; tra i reati contestati anche moltissime violazioni sulla sicurezza.

Sono mancate le operazioni fondamentali di convogliamento dei passeggeri. La folla, inferocita e terrorizzata, non ha avuto alcuna indicazione circa il comportamento da tenere, o un salvagente”, ha affermato il giudice. “Il ruolo dell’equipaggio è quello di contenere la folla e consentire l’evacuazione in sicurezza. Le operazioni sono state eseguite in maniera sbagliata, anche quelle di preparazione – ha aggiunto. Ci sono stati comportamenti commissivi di soggetti che non dovevano fare delle cose che invece hanno fatto. Almeno due persone sono cadute in mare durante queste operazioni. Non c’era nessuno dei passeggeri che avesse il salvagente. Diversi testimoni hanno raccontato di essere stati costretti da soli a rompere il cassone dei salvagenti per poi indossarli”.