Io sono pazzo, ti taglio la testa“, “So dove abiti“, sarebbero solo alcune delle frasi violentissime rivolte a una donna dal suo ex compagno, condannato a 2 anni di reclusione in primo grado, e a una provvisionale in via equitativa di 8mila euro in favore della vittima, come stabilito da Cinzia Vergine, giudice monocratica della seconda sezione penale del Tribunale di Lecce. Stando al racconto della donna, il 38enne salentino l’avrebbe spinta con forza dentro un bidone della spazzatura, a seguito di una feroce lite tra i due. Nei prossimi 60 giorni è prevista la scadenza del deposito delle motivazioni, dopodiché il legale dell’accusato potrà presentare ricorso in appello.

La vicenda

La donna aveva appena scoperto che l’ex la tradiva e, nel momento in cui ha deciso di affrontare l’argomento, lui ha cominciato a picchiarla. “I primi anni di convivenza sono trascorsi tranquillamente”, ha spiegato la donna. Quest’ultima ha spiegato che le violenze sarebbero iniziate nel dicembre del 2014, proprio quando ha capito che il convivente, con cui gestiva anche una rosticceria, aveva intrecciato una relazione clandestina con la moglie del titolare di un bar vicino al loro negozio. È da allora che il 38enne ha risposto alle “accuse di tradimento” con botte, minacce di morte e umiliazioni nei confronti della donna, culminate con l’episodio in cui l’ha letteralmente lanciata in un bidone dell’immondizia presente nella loro rosticceria. Il tutto pare sia accaduto sotto gli occhi increduli dei clienti che hanno cercato di soccorrere la vittima; si tratta di una vicenda che è stata poi confermata anche durante l’istruttoria dibattimentale.

Non sarebbe stata la prima occasione in cui l’uomo avrebbe maltrattato fisicamente la compagna, lasciandole evidenti lividi sulla pelle; tantissime le occasioni di violenza, ma solo in due erano presenti dei testimoni. La vittima ha raccontato che le minacce verbali e telefoniche sono proseguite anche quando l’uomo ha deciso di interrompere la loro storia. “La testa non mi accompagna”, avrebbe continuato a dirle lui; una situazione che si sarebbe lievemente placata nel momento in cui l’amante ha scoperto di essere incinta, gravidanza che a quel tempo si pensava fosse il frutto della loro relazione, poi scongiurata dal test del DNA.