Sono 104 le donne uccise in Italia dall’inizio dell’anno. Un dato preoccupante, soprattutto se rapportato al totale di 273 omicidi complessivi. Di questi, sono 88 i femminicidi avvenuti in ambito affettivo o familiare. Addirittura 52 hanno visto come carnefice il partner o l’ex. I numeri sono quelli del report diffuso dal Viminale. Delle 104 vittime, 35 avevano più di 64 anni. Solo nell’ultima settimana, gli omicidi sono stati 10. Sette vittime erano donne. Due sono state uccise dal compagno. La maggior parte di esse è stata uccisa con dei coltelli. Almeno 37 su 104. Altre 23 con armi da fuoco. Sarebbero 24, invece, le donne uccise a mani nude.

Secondo i dati Istat, le vittime uccise in una relazione di coppia nel 2021 sarebbero 139, di cui 100 donne. A livello mondiale, secondo l’ONU, ogni ora trovano la morte in famiglia più di 5 donne. In pratica, un femminicidio ogni 12 minuti. Il Guardian parla di 45mila vittime nel mondo per mano di mariti, fidanzati o semplici parenti. Nonostante anche in Italia le morti avvengano principalmente in ambito familiare, oltre una vittima su 4 è stata uccisa per mano della criminalità. Nel barese, i delitti contro le donne sono in lieve flessione. I tentati omicidi sono passati da 7 a 2. Uno solo nel primo semestre. I reati di violenza sessuale, poi, hanno registrato un calo significativo. Le denunce sono diminuite dalle 401 del 2020 alle 355 del 2021. Sono aumentati, invece, gli atti persecutori e i maltrattamenti in famiglia.

Unita contro i femminicidi, al di là degli steccati ideologici, anche la politica. A Palazzo Madama è andata in scena, con un giorno d’anticipo, la celebrazione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne. Per l’occasione, i palazzi della politica si sono illuminati di rosso. Il Senato si è mobilitato con l’approvazione unanime di una commissione bicamerale d’inchiesta. Ad arginare il problema della violenza di genere, però, non bastano le leggi. Questo il messaggio che filtra e trova d’accordo sia maggioranza che opposizione. Smettere di colpevolizzare le donne è il principale dei punti condivisi. L’obiettivo, dunque, è il cambiamento di un paradigma culturale. Nelle scuole e soprattutto nelle case.