Il cardiologo Domenico Palmisano resterà agli arresti domiciliari nella sua casa a Brindisi. Il professionista 54enne è accusato di corruzione continuata, truffa aggravata nei confronti della Asl, false attestazioni nell’utilizzo del marcatempo sul luogo di lavoro, all’epoca dei fatti l’ospedale Antonio Perrino, e di aver ricevuto in regalo da imprenditori sanitari bottiglie di Champagne da 200 euro e laute somme di denaro in cambio dell’acquisto di dispositivi medici, tra cui stent aorto-coronarici e cateteri dilatatori, rimasti poi inutilizzati.

Il Tribunale del Riesame di Lecce ha respinto la richiesta presentata dai suoi avvocati difensori Roberto Cavalera e Vito Epifani al termine dell’udienza di ieri, 15 novembre. Al momento è stato depositata in cancelleria la conferma dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Vilma Gilli il 26 ottobre scorso ai danni di 4 imprenditori e del dottor Palmisano; i giudici hanno 45 giorni per depositare le motivazioni in merito.

Stando alle prime indagini pare che tra le regalie per il medico ci sarebbe stato anche un Rolex d’oro e d’acciaio da 18.500 euro, ricevuto da Massimo Gabriele, 53enne barese amministratore della Medical Solution Tecnology. L’orologio è stato sequestrato in casa di Palmisano il giorno dell’arresto, ma la Procura ha archiviato la cosa quando la difesa ha dimostrato che il Rolex era stato acquistato dal medico in tempi non sospetti, prima del quadriennio 2017-2021, il periodo in cui Palmisano avrebbe inviato tramite Whatsapp le foto dei registri di sala del reparto di Cardiologia del Perrino agli imprenditori per informarli del consumo dei dispositivi medici.