Maria Colangiuli, vittima innocente di mafia, fu uccisa sul balcone della propria abitazione il 7 giugno del 2000 da un proiettile vagante esploso durante una sparatoria tra clan rivali al quartiere San Paolo. A 22 anni di distanza dall’omicidio, questa mattina l’amministrazione comunale, in collaborazione con l’associazione Libera – nomi e numeri contro le mafie, ha organizzato una cerimonia in suo ricordo. La commemorazione si è svolta alla presenza dei familiari della vittima, dell’assessore alla Legalità Vito Lacoppola, del presidente del Municipio III Nicola Schingaro, del procuratore aggiunto della Direzione Distrettuale Antimafia Francesco Giannella e del referente regionale di Libera don Angelo Cassano. A Maria Colangiuli è stato intitolato il giardino in via Vincenzo Ricchioni, di fronte alla chiesa Madre della Divina Provvidenza.

“Onorare il ricordo di Maria Colangiuli, ammazzata da un proiettile vagante la sera del 7 giugno di 22 anni fa nel luogo in cui avrebbe dovuto sentirsi più sicura, è non solo un dovere morale – ha commentato Vito Lacoppola – ma anche un’occasione importante per la nostra comunità, che ci consente di tenere alta l’attenzione sulla lotta alle mafie e sull’importanza di coltivare una nuova cultura che rifiuti le logiche della sopraffazione e della violenza criminale e scelga la strada della legalità e del rispetto delle regole della convivenza civile. La nostra amministrazione, con l’ausilio fondamentale delle istituzioni, della società civile e dell’associazionismo, e con la collaborazione attiva di Libera, prosegue nel suo impegno per l’affermazione dei valori di legalità e trasparenza attraverso il sostegno convinto alle esperienze di  antimafia sociale e di protagonismo civile che animano la nostra città e il suo tessuto sociale”.

“Maria Colangiuli aveva circa 70 anni quando fu uccisa da un proiettile vagante, uno dei tanti esplosi nel mezzo di una lunga guerra di mala che dagli anni ‘80 al 2000 aveva coinvolto questo quartiere e l’intera città – ha ricordato Nicola Schingaro -. Si trovava sul balcone della propria abitazione, in uno dei tanti edifici popolari del quartiere. Maria è quindi una vittima innocente di mafia. La sua morte è una ingiustizia che ci porta con forza a scegliere di ribellarci, di non girare la faccia dall’altra parte, di denunciare sempre e comunque i responsabili di simili violenze, al fine di togliere terreno al potere mafioso. Oggi la ricordiamo ancora una volta intitolandole un giardino in via Ricchioni proprio qui, al San Paolo. E questo nostro impegno è un simbolo di lotta per fare in modo che questi tristi episodi non accadano mai più”.